Quisquilie e Pinzillacchere 17

BOSCHI E CALENDA: STRAPARLO, QUINDI…. ESISTO!
Maria Elena Boschi propone di limitare la presenza dei giornalisti in televisione durante la campagna elettorale per le europee: una sorta di par condicio già prevista per le elezioni europee.
Premesso che l’idea è campata in aria e che mai andrà in porto, mi chiedo perché non l’abbia tirata fuori anche per le recenti regionali in Sardegna, in Molise e le prossime in Basilicata.
Forse perché in corsa, alle europee di giugno, ci sarà pure il Bullo fiorentino che, in quanto a sondaggi, non è messo bene e costretto col suo barchino a farsi trainare da Emma Bonino. Ma anche un’occasione per la povera Boschi – spenti da tempo i riflettori della ribalta politica – di farsi … notare. Temo che resterà solo una brutta idea ed una vana speranza.
E veniamo a Carlo Calenda che, per non stare zitto, avrebbe accusato di mafiosità Clemente Mastella, beccandosi una querela. Vedremo come andrà a finire anche perché il suo Partito, per calmare le ire del sindaco di Benevento, precisa di non averlo mai definito mafioso, pur ritenendolo un politico “molto distante dai valori di Azione”.
Ma Calenda, arrivato alla politica da poco, conosce la storia di Clemente Mastella che ha attraversato la storia della prima e della seconda repubblica uscendone sempre pulito? E anche la vicenda giudiziaria di quando è stato Guardasigilli si è conclusa dopo 9 anni con la sua assoluzione. Ricorda, Calenda, che il 16 gennaio 2008 Mastella, pur innocente, si dimise da Ministro per non intralciare la strada della giustizia?
Politici come Mastella, per la loro storia, meritano maggiore rispetto

DILETTA VERDINI: TALIS PATER TALIS FILIA. NON BASTAVA TOMMASO?
E’ di questi giorni la notizia che la figlia di Denis Verdini, Diletta, ha patteggiato un anno di reclusione (pena sospesa) con il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze per essersi finta avvocato e aver scritto una falsa sentenza.
La vicenda riguarda la causa di lavoro di una badante rumena alla quale la figlia del senatore, spacciandosi per avvocato, ha fabbricato una sentenza, vantandosi poi di aver vinto la causa. Solo che non era vero. La Verdini era stata pertanto accusata di truffa e falso.
Che dire? Buon sangue.. non mente. E così, dopo il padre e il fratello, anche la giovane Verdini – sorella di Francesca compagna di Matteo Salvini – ha evitato i rigori del carcere dove il padre da poco è tornato ma è ugualmente incappata nelle maglie della legge
Bene: E sono tre le fedine penali non proprio…limpide della famiglia Verdini.

PdA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *