L’ODORE ESILARANTE DEL POTERE

Beaumont sur Mer – Nel 1995 il cantante romano Antonello Venditti cantava “In questa nuova Repubblica non ci somiglia nessuno”. Da allora, il rapporto fra la mediocre classe politica italiana  e le nuove generazioni di cittadini, è andato sempre peggiorando. Da un lato la prima è spesso vincolata alla sua forma più tradizionale, che sembra di fatto incapace di raccogliere istanze da trasformare in cambiamento. Dall’altro i giovani, regolarmente accusati, ingiustamente, di disaffezione, disinteresse e pigrizia verso la vita partecipativa e il dibattito politico. Il risultato è un sentimento di sfiducia reciproca e l’idea che la partecipazione politica sia diventata inutile.

Quanto sconforto, nel pensare che molti giovani attualmente s’imbattono nei politici e nei loro banditori e, a proprie spese, imparano che tutto quello che qualcuno ha insegnato loro non serve a nulla anzi è per essi occasione continua di amarezze e di sofferenze, perché i politici non sanno che farsene della competenza, della loro onestà e della loro indipendenza di giudizio.

 I giovani sembrano portati più verso nuove forme di partecipazione, più informali, quali le attività condotte via internet, la partecipazione su tematiche precise; l’attivismo in quanto consumatori, che si manifesta per esempio con l’acquisto di certi prodotti basandosi su considerazione politiche. Le nuove tecnologie, e i social tipo Facebook e Twitter, offrono alle giovani vaste opportunità per esprimere il loro impegno politico individuale e per favorire la mobilitazione politica oltre le comunità e le frontiere.

Mentre questo succede, i “nuovi” politici vanno a caccia solo di persone ambiziose, disposte a calpestare la propria coscienza e libertà interiore. Questi nuovi allievi dei politici fanno e faranno di tutto pur di entrare in certi giri, pur di arrivare a certi posti, pur di fruire di certi privilegi, pur di sentir da vicino l’odore esilarante del potere.

Il mondo di oggi è così. Ciò che rimane è semplice chiacchiericcio fatto di retorica vuota e nauseabonda. A questi cosiddetti nuovi “politici” non interessa l’onestà e la competenza, ma solo l’arruolamento e l’asservimento di persone ai loro disegni occulti di potere. Altri giovani, a parte quelli che preferiscono lasciare il terreno paludoso nazionale, non si direbbero disinteressati alla politica. Per più della metà degli under 26 italiani è la politica a essere lontana dai loro obiettivi. E quindi dalla costruzione di un’idea unitaria del Paese, necessaria per l’evoluzione, per uscire dallo stallo. Per immaginare un futuro.

“Il vecchio mondo sta morendo.

Quello nuovo tarda a comparire.

E in questo chiaroscuro nascono i mostri.”  A. Gramsci

Ne deriva che questo modo di intendere i nuovi valori si caricano, per chi crede in essi, anche di significati affettivi. In virtù della loro rilevanza etica e del loro significato affettivo, questi nuovi valori si configurano come criteri normativi rispetto ai quali individui, gruppi e società orientano, o cercano di orientare, la propria condotta anche in relazione alla congruità dei mezzi scelti per perseguirli.

Quello che è sotto gli occhi di tutti è che oggi al potere non c’è il popolo, ma una nuova élite di cui non è difficile individuare i tratti distintivi di ceto: la destra padana operosa, innovativa, parrocchiale e reazionaria, e gli omini nuovi in parte sovrapponibili alle avanguardie padane e in parte espressione di quei ceti medi marginali, ma abbacinati dal potere.

Questi nuovi giovani devono accettare il pensiero unico in maniera acritica e credere, presuntuosamente che, in quanto detentori del pensiero unico, le élites devono guidare un popolo ignorante e rozzo, irritante per la sua mancanza di preparazione.

Se questo è un popolo… non ha nulla a che fare con il concetto di “coscienza di classe” sulla base della quale, alla fine degli anni 60, la classe operaia marxista era considerata capace di fare le scelte migliori per la società tutta. Quello attuale è pur sempre un popolo che esprime un malessere, che coglie delle contraddizioni che sono reali e drammatiche, nella narrazione bucolica del pensiero unico che vede nel neoliberismo e nei suoi diktat “il migliore dei mondi possibili”.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *