Punture di spillo 298

MELONI SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI ?

           Da agosto le va tutto storto. Sembra che lo scomparso Cavaliere, un tempo croce e delizia della maggioranza di destra-centro, si stia togliendo parecchi sassolini dalle scarpe, ovviamente su misura “a tacco alto” per apparire meno basso.

           Quel Silvio Berlusconi cui Giorgia Meloni, ad inizio legislatura, ha fatto il torto di preferirgli Ignazio Benito La Russa alla presidenza del Senato.

          Un’estate per la Premier caldissima, non solo dal punto di vista climatico. Le esternazioni del cognato Lollobrigida e del compagno Andrea Giambruno sono state la colonna sonora di questi mesi. Come le polemiche sull’alluvione in Emilia Romagna e il libro del generale Vannacci. E poi la benzina oltre i 2 euro al litro, il familismo della Premier, le critiche all’Europa. Solo per fare qualche esempio. Ma soprattutto – colmo dei colmi – il boom degli sbarchi.

           Erano stati, come tutti ricordano, il cavallo di battaglia della Meloni in campagna elettorale. Allora – e prima ancora dai banchi dell’opposizione – sembrava tutto facile: i blocchi navali, l’affondamento dei barchini, la caccia degli scafisti per tutto l’orbe terraqueo, le critiche alle ONG.

           Ed ora, entrata a Palazzo Chigi, l’amara realtà di soluzioni difficili da trovare anche per la complessità del problema e gli egoismi degli Stati nazionali,  soprattutto di Paesi sovranisti ed “amici” come l’Ungheria di Orban e il governo polacco.

           Brucia in particolare il fallimento delle ripetute  missioni a Tripoli dove Meloni si è fatta accompagnare per ben due volte dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

           Niente. Paradossalmente il Governo di Destra è costretto a registrare record di sbarchi senza precedenti. Evidentemente  nulla ha funzionato e la gente si chiede il  perché, non dimenticando le accuse di inefficienza agli Esecutivi di prima. Come la gente ben ricorda gli spot televisivi della “ragazzotta” della Garbatella contro le accise sulla benzina.

           Il problema “vero” di Giorgia Meloni e del suo crescente nervosismo non sono le Sinistre, del tutto innocue e inesistenti,  ma i suoi vent’anni di opposizione che ora, come un boomerang, le si ritorcono contro.

           E la cosa più seria per lei è che, da qui alle europee, si dovrà guardare le spalle dai suoi Alleati: Salvini che vuole dismettere la divisa di gregario e Tajani che cercherà di non passare per il “becchino” di Forza Italia.

           Ce la farà? Molto dipenderà dalla “tenuta” del suo sistema nervoso!

PdA

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