SUD

Porto il Sud
dentro al cuore
Sogno il Sud
con le sue notti
Cerco il Sud futuro
Amo il Sud
e la sua dignità

Nelle Liberal democrazie occidentali il Diritto dovrebbe garantire la libertà alla persona umana, con una norma giuridica: dovrebbe voler dire potere di volontà e di azione che la norma concede al soggetto, o al gruppo, nei confronti di uno, o di più, o di tutti gli altri soggetti dell’ordinamento.

Quando si parla di abuso, di possibilità di abuso del Diritto, si suol dire che l’esercizio di questa libertà garantita dalla norma, del potere accordato dalla legge, può dar luogo a responsabilità: onde un atto lecito – l’esercizio del diritto – diviene fonte di responsabilità.

Negli ultimi decenni le denunce registrate ogni anno per corruzione e reati contro la Pubblica amministrazione sono rimaste stabilmente sopra il numero di 3.000, mentre le regioni dove si concentrano maggiormente gli episodi sono quelle del Sud e la Lombardia.

Il tipo di reati denunciati indica probabilmente che la criminalità cerca sempre più di accaparrarsi i fondi pubblici e addirittura assumere la gestione di una collettività. Le cinque regioni per numero di denunce di reati legati a corruzione sono Sicilia, Campania, Puglia, Calabria e Lombardia. La conclusione a cui si arriva è che della corruzione misuriamo solo una parte: la corruzione scoperta e, cioè, la punta dell’iceberg che emerge.

Non pesiamo invece la parte più consistente, quella che c’è e che non si vede e non si scopre: il sommerso. Comunque la percezione della corruzione nella pubblica amministrazione, è più alta tra l’opinione pubblica che all’interno delle stesse amministrazioni. E se non c’è percezione, non c’è valutazione del rischio e non ci possono essere azioni correttive, ma solo azioni repressive ‘a valle’ che non intaccano il fenomeno a monte.

Una delle figure tipiche dell’eccesso di potere è il “deragliamento” del potere che si verifica quando l’autorità amministrativa usa, quello stesso potere attribuitole dalla legge, per raggiungere uno scopo diverso, deviando, per così dire, dai binari prestabiliti dalla legge. È noto che l’atto amministrativo ha una sua specifica causa prevista dal legislatore che non può essere derogata dalla pubblica amministrazione nel suo agire, pur nei suoi margini di discrezionalità.

In Occidente si consente al giornalista anche di sbagliare senza conseguenze giudiziarie perché anche se egli perseverasse sarebbe lui a perderci in credibilità e quindi a far mancare anche l’autorevolezza del suo ruolo. Invece in Italia, particolarmente nel Mezzogiorno, avviene il contrario. Il potente di turno, con la minaccia, può arrivare a spegnere anche il miglior giornalismo che si rifiuta di genuflettersi .

Qualche anno fa è avvenuto esattamente questo. Un Quotidiano è stato costretto alla chiusura. Purtroppo il problema non è circoscritto solo alla Calabria, regione dove è avvenuto il sopracitato caso. Questa “cultura” tutta italiana in materia di libertà di scrivere ed espressione è generalizzata ed è una questione ormai “formativa”.

Migliaia e migliaia di giovani del Sud intravedono nel loro futuro soltanto violenza, sopraffazione e disoccupazione; costretti al clientelismo, alla richiesta del “favore”, alla negazione dei più elementari diritti. Per migliaia di ragazze e di ragazzi del Mezzogiorno, nel corso di decenni la politica, lo Stato, le amministrazioni locali e la legalità non hanno sinora rappresentato né dignità né un futuro differente.

 Come dovrebbe reagire la collettività a questo oscuramento della legalità e a questa deriva di eticità nella politica? Mi sembra che la risposta non possa essere né positiva né consolante. Cesare Beccaria scriveva: “le leggi sono le condizioni, colle quali uomini indipendenti ed isolati si uniscono in società, stanchi di vivere in un continuo stato di guerra e di godere una libertà resa inutile dall’incertezza di conservarla”.

Gigino A Pellegrini & G el Tari

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