SILENZIO, PARLANO I MUMMENSCHANZ

 REDAZIONE ATTUALITÀ

“Les musiciens du silence” dei Mummenschanz è partito senza scenografia il 31 gennaio dal Teatro Olimpico di Roma per la stagione dell’Accademia Filarmonica Romana. Con assoluto silenzio, sprigionare magia, incanto e allegria non è affatto scontato. Anzi. Ma quello che piace e molto anche è l’obiettivo del gruppo: risvegliare il bambino che è in noi. Anche se siamo già adulti, vale eccome il biglietto per quanti hanno voglia di inventare la propria musica. Basta essere disposti a salire sul treno dell’illusione. Ha preso il via così, tra materiali di recupero e sketck bizzarri, la tournée italiana che festeggia i 50 anni della compagnia.

Fino al 5 febbraio c’è silenzio in Piazza Gentile da Fabriano. Sarà il Ponte della Musica. Sarà il freddo dei giorni della merla. Sarà la poesia sbrigliata dagli alberi caduchi nel giardino antistante il Teatro Olimpico. Fatto è che la storica compagnia italo-svizzera di teatro visuale è davvero molto lieta di vedervi uscire a fine spettacolo con un sorriso cortese disegnato sul volto. Perché le suggestioni scaturite dai gesti silenziosi e dal disegno di luce che promettono i 90 minuti di spettacolo sono un’occasione ghiotta per dedicare tempo al sogno.

In questo spettacolo, il pubblico ha la fortuna di godersi gli sketch più celebri e amati, personaggi leggendari come le maschere d’argilla o i volti realizzati con rotoli di carta igienica. Non mancano i fragili giganti d’aria, l’uomo tubo e altri oggetti e forme bizzarre che prendono vita grazie alla fantasia dei cinque attori Tess Burla, Sarah Lerch, David Labanca, Manuel Schunter e la stessa Floriana Frassetto. 50 Years porta però in scena anche numeri dalle forme inedite e sorprendenti nonché cocciutissimi personaggi nel tipico stile di Mummenschanz, continuando a proporre nuove opere. Con la stessa tenacia, curiosità e passione del primo giorno.

“Ho il cuore pieno di gioia, orgoglio e gratitudine – racconta Floriana Frassetto -, perché ciò che Bernie Schürch, Andres Bossard e io abbiamo creato cinquant’anni fa continua ancora oggi a stupire e far ridere il pubblico di tutto il mondo. La nostra forma di espressione, un gioco teatrale fatto di maschere, forme e luci, è unica nel suo genere. Sono felice di entusiasmare ancora oggi persone di culture diverse con la nostra arte giocosa e poetica, priva di voce ma ricca di fantasia, risvegliando il bambino o la bambina che è in ognuno di voi”.

di Roberta Maresci

Per chi non è a Roma, ecco la tourneé italiana:

Verona, Teatro Ristori, 22 febbraio

Pordenone, Teatro Verdi, 24, 25 febbraio

Milano, Teatro Nazionale, 10-12 marzo

Salerno, Teatro Verdi, 16-19 marzo

Como, Teatro Sociale, 1-2 aprile

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