LA PARRUCCA

Era parecchio che la tampinavo.

Bionda, formosa, alta, elegante e irresistibile.

Ma non cedeva e sembrava che non ne volesse sapere di me.

E così era. Sempre fredda, quasi scostante e con un’apparenza di superiorità nei miei confronti che non riuscivo a mandare giù.

Ma un giorno – con mia grande meraviglia – accadde.

Mi telefonò e mi disse se andavo a prenderla perché aveva litigato a morte con suo marito.

Mi precipitai sotto casa sua  e, una volta salita in   macchina, ha cominciato ad inveire contro quello stronzo e mi ripetè più volte che le dovevo dare una mano per vendicarsi.

“Non solo quella” pensavo, mentre continuava ad inveire contro il marito.

Io non la sentivo proprio e progettavo solo a come mettere in atto il suo desiderio di vendetta.

Girammo parecchio finchè giungemmo sulla via Salaria, in un alberghetto fatto apposta per amanti clandestini.

“Va bene qui?” le chiesi. E lei “ Siiiiiii”.

Parcheggiammo sullo spiazzo davanti all’albergo, svolgemmo le pratiche di rito, e ci tuffammo sul letto consumando la vendetta per un paio di ore.

Fantastica lei e sublime la vendetta!

Pienamente soddisfatto, mi rivestii ed aspettai che fosse pronta.

 Mentre attendevo, mi avvicinai alla finestra e notai che una macchina – pur essendo tutto il piazzale libero – era parcheggiata accanto alla mia.

La cosa mi apparve alquanto strana per cui – quando la bionda fu pronta – le feci notare il fatto anomalo.

Fece capolino tra la tenda e fu presa dal panico.

“Quello è mio marito” urlò. E cominciò a disperarsi dicendo che ci aveva seguiti e che era un pazzo che usciva sempre armato.

Potete immaginarvi come anch’io non fossi tanto tranquillo.

Sembravano non esservi vie di scampo. Dovevo obbligatoriamente recuperare la macchina ma non lo potevo fare senza trovarmi faccia a faccia con il probabile assassino.

Mentre la bionda continuava a disperarsi, scesi dal portiere e – dietro adeguata ricompensa – chiesi aiuto.

“Non si preoccupi dottò, in questo albergo siamo organizzati perché cose del genere succedono due volte la settimana. La sua signora è bionda vero?”

Chiamò Lucia, una cameriera, e le gridò “ Parrucca bionda!”

Poi mi disse di uscire sotto braccio con la cameriera, e con la massima disinvoltura e sorridente, salire in macchina con la bionda e fare mezzo giro dell’isolato,  attendendolo lì dove sarebbe  arrivato per lo scambio di dame.

E così feci. Con grande patema d’animo ma con  massima finta disinvoltura, recuperai la macchina mentre l‘uomo ci guardava stupito ed incredulo.

 Mi recai al posto concordato.

Dopo due minuti puntualmente giunse il portiere che aveva fatto accoccolare la mia bionda nel retro della macchina che teneva in garage.

Facemmo lo scambio e portai a tutta velocità quello scomodo bagaglio a  casa sua.

La feci scendere e corsi ad accendere un cero alla Madonna di Santa Maria in Trastevere per ringraziarla della grazia ricevuta.

Non cercai più la bionda ( troppo pericoloso ), né vidi più il marito, ma credo che stia ancora aspettando sul piazzale – con la pallottola in canna – l’uscita della moglie dall’albergo.

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