Punture di spillo 238..

CONCESSIONI BALNEARI: MELONI “CANTA” CON PIERO FOCACCIA

          La canzone compie quest’anno 60 anni ed è stata uno dei 45 giri più gettonati del 1963 – gli anni del miracolo economico – insieme a “Roberta” di Pepino di Capri e “Abbronzatissima” di Edoardo Vianello. Il terzo artista… estivo di quell’anno, anche se meno noto, era Piero Focaccia, autore di “stessa spiaggia, stesso mare”.

          Giorgia Meloni nascerà molto più tardi, nel 1977, e forse la canzone de i “nostri venti anni” non l’ha  conosciuta, almeno fino ad oggi, e certamente non l’ha mai ballata. Altri, e soprattutto stranieri, erano i motivi in voga negli anni della sua giovinezza quando si avvicinava al suo impegno politico: prima nel Fronte della Gioventù del Movimento Sociale, quindi in AN, per fondare poi con Ignazio Benito La Russa e Guido Crosetto Fratelli d’Italia.

          Eppure “Stessa spiaggia, stesso mare” è diventata una delle “bandierine” della Destra a difesa di alcune corporazioni, come quella dei tassisti, che sono la benzina del suo consenso elettorale e che contano su 40mila licenze attive e che fano il buono e cattivo tempo. E, da Presidente del Consiglio appena in carica, la Premier ha dovuto fare marcia indietro sulla norma che aumentava la soglia per rifiutare il pagamento della corsa con carta.

L’altra lobby, che è anch’essa una delle colonne elettorali del partito della Meloni, è quella dei balneari contrarissimi alla liberalizzazione delle loro concessioni. Come dire: stessa spiaggia, stesso mare ma tutto deve restare com’è: poche migliaia di euro da versare in cambio di mano libera sugli affitti di cabine, ombrelloni e sdraio nella stagione estiva. Concessioni a gara? Non se ne parla! Regolarizzazione degli arenili? No. Ad Ostia, una delle spiagge della Capitale, è un susseguirsi di muri e di cabine. Spiagge libere? Nemmeno l’ombra.

          E’ contro questo “andazzo” che l’Europa da tempo ha deciso di intervenire e la legge sulla concorrenza approvata in agosto anche dal nostro Parlamento in ottemperanza agli obblighi del PNRR, stabilisce che le concessioni scadranno alla fine del 2023 e dovranno essere riassegnate tramite procedure selettive in base a modalità da decidere con un decreto attuativo entro febbraio.

          Ma i balneari non ci stanno e sono di nuovo sul piede di guerra anche se questa “tegola” pende sulle loro teste da 16 anni, quando nel 2006 fu  approvata la direttiva dell’Unione Europea.

          Intanto, in Italia, nella campagna autunnale per le politiche stravinte dalla ragazzotta della Garbatella, nuove assicurazioni per “catturare” il voto delle tante corporazioni. Tra queste, i balneari.

          Ma ora i tempi stringono e nel Partito della Premier non sanno come “onorare” l’impegno elettorale ed in questa direzione il governo si è mosso per ottenere che le concessioni siano stralciate dalla direttiva Bolkestein. Come dire, “per quest’anno non cambiare. Stessa spiaggia, stesso mare”. E al resto… ci pensa Meloni!

          Ci riuscirà?

PdA

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