Beaumont sur mer
“Per essere creduto non bisogna dire che le menzogne necessarie.” Svevo.
Cosa simboleggia in maniera inequivocabile la vita di un essere umano? Il carattere conflittuale è ciò che più di ogni altra cosa simboleggia la vita di un individuo nel suo quasi isolamento e nei contenuti. E’ questa l’azione che riesce ad afferrare la sua essenza in quanto uomo-protagonista e in possesso del suo destino. L’obbiettivo è senza dubbio la lotta che investe la vita intera dell’essere umano alla conquista della sua libertà e della sua indipendenza che dovrebbero consentirgli la creazione di un nuovo mondo.
Quando ero molto piccolo non ero consapevole che la maggior parte delle persone ha la tendenza a proiettare sempre il proprio inconscio all’esterno, però intuivo che c’era qualcosa di strano quando venivo accusato di cose che non avevo nemmeno mai pensato. Poi ho imparato che esiste questo meccanismo psichico, ma non capivo perché a me capitava raramente di cascarci dentro. A volte ho pensato che le persone vogliono solo sentire ciò che fa loro comodo. A volte si mettono in testa che per forza di cose qualsiasi tua azione abbia avuto il risultato che loro si aspettavano che avesse e anche se dici la verità non vieni creduto. Un motivo è che hanno la loro verità e non c’è verso che abbraccino la verità degli altri, soprattutto se per loro è scomoda.
Mentre annegavo nel dolore, cedo alla necessità di trovare sfogo in qualche amico/a storica salvo poi sentirmi dire che sono “esagerato” o magari “ossessionato”. Mi ferisce la non comprensione di chi non ha mai vissuto con un Narcisista perverso. Queste persone a volte si trasformano in mostri (uomini o donne che siano) e scopro che è molto comune il non essere creduti.
D’altra parte questi mostri hanno un immagine sociale apparentemente “gloriosa” ma sono esseri sadici, perversi, non empatici ed invidiosi. Anche adesso che scrivo, subisco l’ennesima prevaricazione da parte di una persona cara. Lei si sente la custode della verità e si deve stare alle sue regole ferree. Regole che cambiano a suo uso e consumo e che, se non rispettate, la fanno diventare peggio di una lama. La violenza che si subisce, da queste persone, è inaudita.
Il pubblico del tribunale di Atene, che lo sta processando per empietà e per aver tentato di corrompere i giovani, Socrate si rivolge così: “Ateniesi, io vi dirò la verità che vi aiuterà a diventare uomini migliori!”
La proiezione è un fenomeno affascinante che a scuola difficilmente ci viene insegnato. Sembrerebbe un trasferimento involontario del nostro comportamento inconscio sugli altri, in modo da farci credere che queste qualità in realtà appartengano ad altre persone. Dal momento che mentiamo a noi stessi riguardo ai nostri sentimenti più intimi, l’unico modo per ritrovarli è vederli negli altri: essi ci rimandano l’immagine riflessa delle nostre emozioni nascoste, e questo ci permette di riconoscerle e riappropriarcene.
“Nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu” Tommaso d’Aquino = (nulla c’è nell’intelletto che precedentemente non sia passato per i sensi) e non dai concetti innati nella mente, ove non ci sarebbe nulla se non la possibilità di formulare concetti, quindi di conoscere.
Se la tua saccenza mi offende è perché non sto accettando la mia stessa presunzione. Si può trattare di un sentimento che senza accorgermene sto manifestando nella vita presente, oppure di alterigia che nego di poter manifestare nel futuro. Se la tua saccenza mi offende, devo rivolgere uno sguardo attento a tutte le aree della mia vita e devo pormi qualche domanda.
Quando sono stato presuntuoso in passato? Mi sto comportando in modo superbo nel presente? Potrei essere altezzoso in futuro? Qualcuno deve avere scritto che il metodo per diventarne consapevoli e quindi poterlo evitare è cercare di osservarsi sempre in quello che si sta dicendo e facendo, fino a distaccarsi da sé stessi e vedersi esternamente, come se quella persona non fosse la stessa, pur essendo sempre presente (metodo della disidentificazione).
Il problema non si risolve imparando a diventare impersonali, perché questo non coinvolge anche le altre persone con cui si viene in contatto, che invece continuano a proiettare all’esterno e spesse volte non se ne rendono conto, e ti accusano delle loro “ombre”.
Sarebbe certo arrogante da parte mia rispondere negativamente a tante domande senza davvero esaminare me stesso o senza chiedere agli altri se abbiano mai visto in me atteggiamenti arroganti.
L’atto di giudicare qualcun altro è arrogante, perciò ovviamente noi tutti siamo capaci di arroganza. Se abbraccio la mia stessa arroganza, quella altrui non mi potrà turbare: potrò notarla, ma non avrà alcun effetto su di me. E’ solo quando mentiamo a noi stessi o odiamo qualche aspetto del nostro io che riceviamo una scossa emozionale dal comportamento di qualcun altro. “Non so cosa sia la vita di un mascalzone, non lo sono mai stato; ma quella di un uomo onesto è abominevole. “Il falso e il vero non sono nelle cose, come se il bene fosse vero e il male senz’altro falso, ma nel pensiero”. Aristotele
Gigino A Pellegrini