ESPLORANDO…

Beaumont sur Mer

Stamattina, mentre aspettavo l’arrivo di Lorenza sul treno da Roma, nella stazione di Paola, mi sono passate accanto un centinaio di persone, ma nessun essere umano! Il terrore stava invadendo la mia mente.
Per Socrate l’umanità si trova solo nel dialogo. Il filosofo, infatti, grazie alle sue domande, dimostra l’ignoranza dell’interlocutore, lo purifica dall’errore perché sia disposto a cercare la verità. Da quel che ho capito, Socrate desidera un ampio confronto per rendere così più complete le risposte. Grazie alla confutazione ed alla maieutica, indica il percorso per giungere alla verità. Eppure, non sono convinto. Qual è il criterio per stabilire se abbiamo, finalmente, raggiunto il nostro fare noi stessi o soltanto crediamo di essere.” Definire l’essere umano è definire la sua Anima” scriveva Aristotele.”
Un giorno Alice si ritrovò ad un bivio e vide un gatto del Cheshire su di un albero. Quale strada devo prendere?”, Alice chiese al gatto. La risposta fu: “ Dove vuoi andare”? “Non lo so”, disse Alice. Il gatto , con saggia tranquillità le disse: “Allora non ha importanza”.
Il consiglio del gatto è indubbiamente da apprezzare, in maniera particolare a chi aspira a fare ciò che desidera della sua vita. Capire cosa si vuole fare e dove andare per farlo è certamente condicio sine qua non ed è anche metà della battaglia. Se si chiedono dettagli, a varie persone, si otterranno tante risposte quante saranno le persone alle quali si è rivolta la domanda.
Proprio perché il loro essere è legato fortemente all’ambiente in cui vivono e operano. Forse, per scoprire ciò che si è, bisogna abbandonare ciò che non si è. L’acume sarà d’aiuto a lasciar andare ciò che non si è. Sarà anche l’energia che aiuta a stabilire i propri confini ed a trovare la propria strada. Non si superano le paure e illusioni della propria realtà solo con amore e compassione. Serve la chiarezza e il discernimento.
Occorre secondo me sia l’energia dell’ auto-consapevolezza e discernimento sia l’energia dell’amore e della comprensione per liberarsi dalla coscienza basata sul proprio ego. Rispetto ai propri genitori, il discernimento significherà distanziarsi dalle energie circoscritte e dominate dalla paura con cui si è stati cresciuti. Per lasciar andare la propria famiglia d’origine, nel senso spirituale, bisogna essere in grado di distinguere fra la loro energia e la propria, e bisogna essere capaci di “tagliare i cordoni” che limitano e rischiano di soffocare la propria persona.
“Il fatto che l’uomo sappia distinguere il giusto dallo sbagliato prova la sua superiorità intellettuale sulle altre creature; ma il fatto che egli possa agire in modo sbagliato prova la sua inferiorità morale rispetto a qualsiasi creatura che non può farlo.” Mark Twain
Non si tratta di esprimere la propria rabbia e frustrazione ai genitori o dire loro dove hanno sbagliato. Può essere utile, a volte, cercare di chiarire la propria posizione riguardo alle cose oppure i propri sentimenti riguardo a loro. In molti casi, i genitori, non hanno gli strumenti per capire ciò che viene detto loro.
Potrebbero non essere in risonanza con la parte del figlio/a che è “diversa” e in disaccordo col loro modo di vedere la vita. Si tratta di guardarsi dentro e scoprire fino a che punto implicitamente si è vissuti secondo le illusioni dei propri genitori, secondo la loro idea di giusto e sbagliato, che gran parte delle volte si basano sulla paura e sul giudizio.
Quando si cresce e si ottiene una maggiore auto-consapevolezza, si inizia far delle domande sul modo di vedere le cose dei propri genitori, mentre si sta cercando di dare un senso alla propria d’identità. Questo processo di crescita psicologica è molto simile alla transizione dalla coscienza basata sul proprio “io” a quella basata sul “cuore”. L’importante è essere disposto a camminare abbastanza a lungo…… “
“E gli uomini se ne vanno a contemplare le vette delle montagne, e i flutti vasti del mare, le ampie correnti dei fiumi, l’immensità dell’oceano, il corso degli astri, e passano accanto a se stessi senza meravigliarsi.” S. Agostino.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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