LUTTO

ADDIO A DI CICCO, GIORNALISTA (E UOMO) DI VALORE

  L’ex direttore dell’Osservatore romano, storico vaticanista, a lungo caporedattore dell’Asca (oggi Askanews) è morto a Roma a 79 anni. “Se ne va una persona d’altri tempi, amico, sempre attento agli ultimi”, commentano i colleghi.

Anna Chiara Valle: L’ultima volta che lo avevo incontrato, ormai qualche tempo fa, mi aveva chiesto di acquistare una sciarpa multicolore fatta a mano per contribuire a una delle numerose cause che sosteneva a favore dei più emarginati. Perché Carlo DI Cicco era così: pensava soprattutto agli altri.  A noi più giovani che ci affacciavamo al mestiere, quando lui era capo redattore dell’Asca (oggi Aska news) raccomandava rigore, semplicità e attenzione agli altri. Perché, diceva, «con le parole puoi fare male». E di parole ne ha spese tante per raccontare il mondo e la Chiesa. Si era inventato, per la sua agenzia, una informazione quotidiana sulle politiche sociali, ambientali e il volontariato quando ancora quasi nessuno, soprattutto della grande stampa parlava di questi temi. E come cdr si era battuto (e ancora continuava a farlo da pensionato) perché le agenzie di stampa potessero continuare a sopravvivere e a essere libere da qualunque condizionamento. Nato vicino Cassino si era trasferito giovanissimo a Roma andando ad abitare in uno di quei borghetti di periferia dove aveva affinato ancor di più la sua sensibilità verso gli emarginati. Quando papa Ratzinger lo chiamò alla vicedirezione dell’Osservatore Romano – sembra colpito dal suo libro “Ratzinger. Benedetto XVI e le conseguenze dell’amore” del maggio 2006 (Edizioni Memori) – Luigi Accattoli, storico vaticanista del Corriere della sera, gli dedicò un ritratti dall’eloquente titolo: Un obiettore in Curia”.Con lui, come hanno commentato molti colleghi, se ne fa un «un giornalista di vaglia e una grande persona», «un giornalista valoroso e un amico sincero», «un fuoriclasse, sempre correttissimo».

Fonte:Famiglia Cristiana

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