Spifferi di palazzo 39

Piantedo E SALVINI? C..O E CAMICIA!


Perché meravigliarsi ancora delle nuove uscite, davvero “sorprendenti”, dell’attuale Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi? Ipocrisia o, per qualche “smemorato di Collegno”, la necessità di una buona cura di fosforo? Vediamo di rinfrescarci la memoria!
L’ “uomo” di Salvini sostiene che in questi ultimi due anni il consistente aumento delle identificazioni di semplici cittadini da parte delle forze dell’ordine “non comprime affatto una qualche libertà personale”. Ma il Ministro tace sul fatto che polizia e carabinieri hanno percepito, con il governo Meloni, un “cambio di clima” e si comportano di conseguenza. Per cui siamo passati dalle 35.352.282 richieste di riconoscimento del 2021 alle 53.833.736 del 2023. Piantedosi esclude direttive particolari anche se i numeri parlano da soli e preoccupano.
Un po’ come avvenne nel 2001 al G8 di Genova nella “mattanza” alla scuola Diaz e alla caserma Bolzaneto. Si dà il caso che Il giorno prima era stato in prefettura a Genova l’allora vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini. E tanto bastò perché gli agenti e i carabinieri si sentissero in qualche modo, se non autorizzati, almeno “coperti”.
Sorprendente poi la dichiarazione del Ministro sulle condizioni disumane dei CPR. Piantedosi nega il reale stato dei Centri di permanenza per il rimpatrio e accusa i migranti che li vandalizzano, così come sostiene che la Libia sarebbe un “porto sicuro”!
Ma, il “massimo” della “vicinanza” a Salvini, l’attuale Ministro dell’Interno lo ha raggiunto quando in Tribunale ha testimoniato per scagionare il suo predecessore e si è addossato parte della responsabilità per il presunto sequestro dei migranti della Open Arms.
Nessuno stupore per la sfrontatezza di queste dichiarazioni che cozzano con la “verità” dei fatti. E per carità di patria ne abbiamo ricordate solo alcune!
Si dimentica infatti che quando Giorgia Meloni – “non ricattabile” per sua stessa ammissione – non lo volle agli Interni, il segretario della Lega pretese ed ottenne che al suo posto fosse nominato proprio Matteo Piantedosi che era stato nel Conte 1 il suo Capo di Gabinetto.
Evidentemente sapeva bene, e non si sbagliava, di che pasta fosse fatto quello che ben presto si è rivelato un “Ministro di Polizia”, fedele “esecutore” di chi lo aveva imposto come suo successore.
E non è un caso che nel processo per il naufragio di Cutro, appena quattro mesi dopo la nascita del governo Meloni, i giudici stiano decidendo proprio in questi giorni sulle responsabilità per il mancato soccorso delle motovedette della Guardia di Finanza e della Capitaneria, benché nella notte fossero stati allertati da alcuni pescatori.
Si ricorderà infatti che fu proprio Salvini, per non mollare la “carta migranti” che nei sondaggi del 2019 lo aveva convinto a chiedere i “pieni poteri”, a mettere da Ministro delle Infrastrutture le mani anche sulla Guardia Costiera incontrando il giorno dopo il giuramento l’ammiraglio Nicola Carlone, prendendosi la delega ai porti, agli sbarchi e all’immigrazione, e dando precise indicazioni sui salvataggi in mare.
Un modo, nonostante il nuovo ministro dell’Interno, di continuare ad occuparsi per interposta persona degli sbarchi. Fino a quando?
Le urne regionali e le elezioni di giugno per il nuovo Parlamento europeo potrebbero procurare qualche amara sorpresa al duo “C..o e Camicia”! Papeete 2? Qualcuno, anche nella maggioranza, ci spera!

PdA

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