IL DIRITTO NEGATO

Beaumont sur Mer- Lenin disse una volta: “il capitalismo è l’orrore senza fine”. Basta dare un rapido sguardo allo stato del nostro pianeta all’alba di questo nuovo anno per vedere la validità di tale affermazione. Le crisi economiche, le guerre, il terrorismo, le convulsioni politiche, la fame, le pandemie (non più malattie regionali) e la povertà, non sono fenomeni separati e slegati. Sono solo i sintomi esteriori di una crisi globale del sistema di potere.

Alla soglia dell’anno nuovo, tutti sono chiamati a celebrare un mondo molto acciaccato e che ospita un’umanità a dir poco nelle stesse condizioni. Alcuni ancora cercano di capire come si è arrivati a tanto. Forse, lor signori, erano impegnati nell’accumulare ricchezza, senza preoccuparsi del decadimento senile del pianeta e dei suoi abitanti.

Questo processo degenerativo e irreversibile comporta una compromissione delle funzioni cognitive e della possibilità di avere una vita in autonomia. Nella persona, a risentirne di più sono la capacità di apprendere nuove informazioni e di tenere a mente nel tempo gli episodi recenti. Rimangono invece stabili il linguaggio, l’abilità di ragionamento e le abilità visuo-spaziali.

C’è da porre in evidenza che ai giorni nostri si sente parlare sempre più spesso  di postmodernità, per intendere il passaggio ad una nuova fase storica, segnata dal superamento del modello industriale di sviluppo e non più supportata da una lettura teleologica della storia e dal riconoscimento di una centralità della conoscenza scientifica, oppure di una radicalizzazione della modernità per riferirsi agli sviluppi di alcune discontinuità tra le istituzioni sociali moderne e quelle tradizionali.

La pandemia di questi ultimi anni ha fatto emergere una duplice consapevolezza: da una parte l’interdipendenza tra tutti e dall’altra la presenza di forti disuguaglianze. Siamo tutti in balìa della stessa tempesta, ma in un certo senso, si può anche dire che stiamo remando su barche diverse: le più fragili affondano ogni giorno.

Alla radice dell’attuale tumulto mondiale c’è la proprietà privata dei mezzi di produzione, un sistema basato sull’avidità del profitto e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

Il potere di questo sistema “…sta nell’infliggere dolore e umiliazioni. […] Ci sarà sempre, in ogni momento, l’eccitazione della vittoria, la sensazione di schiacciare un nemico ridotto all’impotenza. Se vuoi farti un’immagine del futuro, pensa a uno stivale che calpesta il volto di un uomo – in eterno.” George Orwell.

Non abbiamo il diritto di abbandonare la lotta per rendere il mondo più vivibile. Non abbiamo il diritto di abbandonare l’umanità al suo destino. Ai codardi e agli scettici rispondiamo con le parole che il ventiduenne Leon Trotskij, citando Cicerone, scrisse nel 1901: “Dum spiro spero! (Finché avrò vita sognerò!).

“La democrazia è uno stato che legittima la sottomissione della minoranza alla maggioranza, ed è paragonabile ad un’organizzazione istituita per l’uso sistematico della forza di una classe contro l’altra, di una parte della popolazione contro l’altra.” Lenin.

Gigino A Pellegrini & G ekl Tarik

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