Spifferi di palazzo 25

MELONI POTEVA ESSERE L’EREDE DELLA MERKEL. E INVECE…

          Giorgia Meloni non è stupida ma non ha avuto … coraggio. Appena entrata a Palazzo Chigi la Premier ha capito subito che, soprattutto con il nostro debito pubblico, le carte da giocare  non erano buone e che, per farsi accettare, avrebbe dovuto cambiare registro rispetto alle cose dette in campagna elettorale, ed anche prima dai banchi dell’opposizione. In questo aiutata dalla moral suasion del Colle e dai preziosi consigli di Mario Draghi.

          E le cose all’inizio, anche al “tavolo dei Grandi” che ha subito cominciato a frequentare, non sono andate male. Tanto che qualcuno vi vedeva una possibile erede di Angela Merkel. Ma così non è stato. 

          Certo nessuno dimenticava le “sparate” degli anni precedenti contro l’Europa, la richiesta di uscire dall’euro, l’amicizia con Orban e Morawiecki, il legame con Vox, il “tifo” per Trump. Un “bagaglio” davvero ingombrante che Meloni ha in parte messo da parte difendendo l’Europa e l’euro, allacciando rapporti con Biden, schierandosi con l’Ucraina e “frenando” con Polonia e Ungheria. Non poco!

          Un cambio di registro “silenzioso”, quasi a non farsene accorgere. E questo è stato l’errore che ha consentito al PD, ai Cinque Stelle e alle altre opposizioni di rinfacciarle, ogni tre per due, le vecchie posizioni. In particolare sull’euro e sull’Europa.

          Meloni avrebbe dovuto avere più coraggio, convocare un conferenza stampa ad hoc e ammettere che un conto è fare la voce grossa quando si è fuori dal governo e ben più difficile, soprattutto se non si hanno soldi, è misurarsi ogni giorno con i problemi del Paese.

Avrebbe dovuto fare con umiltà un mea culpa, una “operazione verità” che gli italiani avrebbero apprezzato.

          Non lo ha fatto, sostanzialmente per tre motivi: per paura di perdere nel partito una parte di consenso, per non regalare a Salvini una manciata di voti o forse perché è ancora intimamente convinta delle tesi che sosteneva quando Palazzo Chigi per lei era solo un miraggio.

          Ma questo le impedisce di avere un ruolo “forte” in Europa e di essere una vera leader, relegandola a quello di segretaria di una forza politica, ancora giovane, che il referendum istituzionale potrebbe riportare all’opposizione.            

          Renzi… docet! Aveva il 40 per cento ed ora naviga su di un gommocino di reduci che da un momento all’altro potrebbe naufragare.

PdA

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