Spifferi di palazzo 20

IL GOVERNO PER FAVORIRE I BALNEARI “ALLUNGA” LE NOSTRE COSTE

          Da non credere! La Destra ci racconta che da un anno, grazie a questo governo, il Paese non solo gode di ottima salute ma che abbiamo scoperto di avere tremila chilometri di costa in più, passando dagli 8.000 studiati a scuola a ben 11.173.  E non lo sapevamo!

Per chi non ha familiarità con i numeri, è la distanza  da Aosta a Siracusa, andata e ritorno. Un favore alla lobby dei proprietari dei Lidi che, di mettere a gara i loro stabilimenti – sui quali molti hanno anche investito – non ne vogliono sapere e che da anni, soprattutto sotto elezioni, vanno avanti di rinvio in rinvio. Se ne parla dal 2006, da quando è stata approvata la direttiva Bolkesten che chiede la messa a gara delle concessioni balneari, ma tutti i governi di tutti i colori, per non inimicarsi una fetta di elettorato, hanno fatto orecchie da mercante.

E intanto i Gestori continuano a guadagnare, a volte in nero, costringendo i dipendenti, sottopagati, a turni massacranti e versando allo Stato un canone annuo molto basso.

E’ vero: I periodi di vacanza oggi si sono ridotti e i costi ci sono ma – non si sa come! – i balneari non ci rimettono mai e riescono a vivere abbastanza bene per tutto l’anno: un ombrellone e due lettini partono dai 30/40 euro al giorno per gli stabilimenti meno pretenziosi. E poi ci sono i guadagni connessi ad una giornata al mare. Evidentemente non ci rimettono e, se non mollano,  un motivo non solo affettivo ci sarà pure…

I nodi però sono giunti al pettine e l’Europa dopo quasi 20 anni ha messo il governo con le spalle al muro ordinando che le concessioni balneari – che spesso vengono tramandate di padre in figlio o vendute a fior di milioni – vengano messe a garantire ok.

Come fare allora? Come aggirare (un’arte nella quale siamo maestri) le disposizioni europee e in particolare la direttiva Bolkestein?

E qui sopraggiunge l’ingegno italico.  Palazzo Chigi ha istituito un tavolo tecnico, con la partecipazione di 24 associazioni di categoria, che ha operato un miracolo  “allungando” di tremila chilometri le nostre coste, riducendo di conseguenza la percentuale dei metri occupati dalle attuali concessioni, che quindi non verrebbero sacrificate, e creando ulteriori disponibilità per chi volesse partecipare alle gare europee.

La “furbata”, da “gioco delle tre carte”, sta nell’affermare “nero su bianco” che il totale delle aree disponibili “non deve riguardare unicamente le parti sabbiose, ma includere anche la parte di costa rocciosa, poiché su quest’ultima è possibile installare (sic) strutture tecnico-ricreative”.

Solo che con il “carta vince carta perde” si punta ad imbrogliare il solito “gonzo” che, speranzoso, scommette su una carta che contiene l’asso che nel frattempo chi conduce il gioco ha spostato con destrezza su di un’altra carta.

Ma siamo sicuri che l’Europa sia come quel gonzo?

PdA

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