Spifferi di Palazzo

SANITA’: TAGLI PER IL PUBBLICO, “AUTOSTRADE” PER IL PRIVATO

          Nel Lazio, come nel governo nazionale, vita difficile per la sanità pubblica. A Roma, per esempio, si sta prefigurando la chiusura di uno storico Centro per la prevenzione del tumore al seno: Quello in corso Vittorio Emanuele di Palazzo Baleani, sede distaccata del Policlinico Umberto I.

          Motivo? Senza la presenza di almeno due oncologi la struttura, un centro di eccellenza nella lotta ai tumori del seno, è destinata a chiudere. Ebbene, a fine luglio è andata in pensione un’oncologa per cui è rimasta solo la professoressa Maria Luisa Basile, responsabile del Centro, e un radiologo. Pochi perché una struttura, che funge da pronto soccorso dove le donne che manifestano sintomi (circa 30 al giorno) possono accedervi senza appuntamento e senza alcuna prenotazione, essere visitate ed essere diagnosticate. E si sa quanto la tempestività della diagnosi sia di vitale importanza!

          Ma nel resto della città le cose non vanno meglio. “Lavorerò  per riportare la sanità vicino ai cittadini”, aveva promesso il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Ad oggi, fatti? Zero. Per un’ecografia al seno, se tutto va bene, bisogna aspettare almeno 120 giorni: per l’addome, 225. Solo due esempi ma che testimoniano come la Destra non sia riuscita ancora a risolvere il problema delle lunghe attese costringendo migliaia di cittadini a mettere mano al portafogli per recarsi in strutture private e, chi non se lo può permettere, a rinunciare.

          “Liste di attesa giù in 12 mesi”, aveva annunciato sempre il Governatore per raccogliere consensi. Ha ancora 5 mesi di tempo per mantenere l’impegno. Speriamo che non segua l’esempio del governo nazionale che si è dato 5 anni per attuare il programma elettorale!

PdA

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