Punture di spillo 297

CRITICHE A GENTILONI? IGNORANZA ISTITUZIONALE

          Qualche premier e qualche ministro, prima di accettare un incarico di governo, dovrebbero fare un corso di studi accelerato (tipo Cepu) sull’Europa, su come e perché è nata, la sua struttura, le sue competenze e studiare bene la nostra Costituzione sulla quale spesso, troppo disinvoltamente, si giura.

         Altrimenti le gaffe, come stiamo vedendo anche da chi passa per studiosa e diligente, si sprecano. Ultime le critiche ai vertici europei e al commissario Paolo Gentiloni, più che altro autolesioniste visti i dossier italiani ancora aperti.

          In questo scorcio d’estate la Destra sta facendo di tutto per “onorare” la memoria di Silvio Berlusconi a suo tempo oggetto di imbarazzanti risolini di scherno tra la Merkel e Macron.

          Ed ecco che Giorgia Meloni e Matteo Salvini non vogliono essere da meno del Cavaliere inanellando gaffe su gaffe (per usare un eufemismo) nei confronti della Commissione e di Gentiloni – accusato di non essere abbastanza “italiano” nel difendere le questioni che riguardano il nostro Paese – da tempo oggetto di rilievi critici sul patto di stabilità, sul Pnrr e sulla manovra economica.

          Sul tavolo della protesta, questa volta, il mancato disco verde dell’Antitrust di Bruxelles all’ingresso di Lufthansa in Ita Airways.

          Se diligentemente avessero partecipato ai corsi Cepu, saprebbero che il commissario all’Economia non ha alcuna responsabilità diretta sui dossier della Concorrenza, di competenza di un’altra commissaria, Margrete Vestager, che concorre per lo stesso posto di Daniele Franco alla presidenza della Bei, e quindi trasmessi temporaneamente ad un altro commissario che però non è Paolo Gentiloni.

          Forse lo ha tenuto opportunamente a freno ma sorge il sospetto che l’improvviso filo europeismo del nostro Presidente del Consiglio sia solo di facciata e che di fronte ai primi problemi riemerga la Meloni della campagna elettorale o di Vox.

          E’ un fatto che le elezioni europee sono dietro l’angolo e che nella maggioranza – solo apparentemente unita – sia iniziata una corsa a “rubare” voti a Fratelli d’Italia. Un’occasione d’oro per Salvini di tornare a contare e per Tajani di non essere il necroforo di Forza Italia.

          Ma in questo assalto di Giorgia Meloni ai vertici europei può aver giocato un ruolo anche un sondaggio che segna la fine della luna di miele di una parte degli italiani con il Governo insieme alla notizia del ritorno in negativo del Pil.

          Due circostanze che innervosiscono la Premier e dimostrano l’esaurirsi della spinta propulsiva dei due anni di governo Draghi, della sua eredità e dell’uscita dell’Italia dalla pandemia.

          Ora la “creatura” Meloni è chiamata a prendere il volo da sola senza aiuti né paracaduti. Davanti a sé avrebbe ancora un orizzonte di quattro anni. Ce la farà? Gli Alleati glielo consentiranno?

PdA

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