Punture di spillo 296

SCHLEIN? A ROMA DICONO “DATTE ‘NA CALMATA”

          Siamo a settembre e nel PD – e non solo – non si capisce se Elly Schein sappia che a giugno del prossimo anno si voterà per il nuovo Parlamento Europeo e che il quell’occasione il Partito avrà la possibilità di verificare se avrà i numeri per invertire la sua parabola discendente.

Diversamente, come paventa qualcuno, il futuro non potrà che riservargli il ruolo di una piccola forza politica radicale, con nessuna capacità di tornare ad incidere sulla guida del Paese.

          E colpisce l’aria di sufficienza con la quale la Segretaria ha liquidato l’uscita dal Partito di 31 esponenti liguri ipotizzando, con malizia,  che il loro errore non sia stato quello di aver abbandonato il PD ma di esserci entrati.

          A questo punto occorre fare chiarezza. Elly Schlein è arrivata al Nazareno “portata” dal voto plebiscitario dei Gazebo contro le  indicazioni degli iscritti che invece avevano indicato Stefano Bonaccini. Ma è sicura che quell’ampio consenso lo ritroverà a giugno alle Europee?

          Oramai il voto degli elettori e volatile. Basti ricordare la parabola dei Cinque Stelle, con oltre il 32 per cento nel 2018, e il capitombolo della Lega nel 2019.

          Quando è nato il PD aveva 12 milioni di voti. Poi è arrivato Veltroni con la “fissa” del bipartitismo, che “mascherava” come bipolarismo, e da allora il Partito si è incamminato su di una china discendente perdendo consensi a rotta di collo.

          Ora è arrivata una “Papessa” straniera, che non aveva neppure la tessera, per risollevarne le sorti. Ma la terapia è quella giusta?

          Nel 2011 Renzo Arbore cantava a “Quelli della Notte” meno siamo meglio stiamo”. Ma quello era un programma televisivo,  divertente e di grande successo. La Politica è un’altra cosa. E’ molto arduo recuperare, come dimostrano Giuseppe Conte e Matteo Salvini, i voti che si perdono e non sembra che i sondaggi vadano, ad oggi, in questa direzione.

          Il PD ha già avuto un “rottamatore”, quel Matteo Renzi che sta facendo le capriole per non affondare con il  gommoncino di “Italia Viva”. Eppure, alle Europee del 2014, aveva ottenuto il 40 per cento.

          Bene, Elly Schlein vuole cambiare faccia al Partito puntando su di una identità forte. Ma per questo obiettivo occorre tempo. Il prossimo impegno, le Europee, è dietro l’angolo: appena otto mesi. Sia inclusiva e riporti il PD al successo. Poi non le mancheranno occasioni per imporre la sua linea politica .

PdA        

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