SOLO UNA VOLTA

Beaumont sur Mer -Tutto quello che riuscì a dirmi fu: “Puoi amare una persona così tanto solo una volta nella vita”, e io non ne sapevo abbastanza per essere d’accordo o in disaccordo con lei. Che tristezza se è vera.

Se avessimo questa coscienza e consapevolezza, potremmo evitare molte sofferenze. Ma spesso c’è uno sbilanciamento che porta a tanta infelicità. C’è chi assorbe molto nella coppia, fino a prevalere sull’altro, c’è chi pensa che mantenere una distanza e un’autonomia sia un esercizio ineliminabile di salute mentale, c’è chi preferisce arrendersi perché le difficoltà sono insormontabili.

Vi è mai capitato di conoscere il significato di una parola russa ma di non riuscire a trovare l’esatta traduzione in italiano? È una sensazione strana, a metà tra la felicità di “sentire” il russo a tal punto da non aver bisogno di riportare le parole in italiano, e la frustrazione, perché com’è possibile che quella parola non esista? Amare fino alla follia una sola donna per tutta la vita. Ecco come qualcuno ha inteso tradurre l’intraducibile parola russa однолю́б. 

Nella sua ricerca di Angelica, Orlando, dopo numerose avventure, si scontra a duello con Mandricardo, re di Tartaria, ma durante il combattimento il cavallo, imbizzarrito, si dà alla fuga portando in sella il saraceno. Il paladino lo sta inseguendo da due giorni, quando giunge ad un limpido ruscello “un rivo che parea cristallo” con le sponde verdi coperte di fiori e di alberi. Orlando entra nel bosco per riposare e mentre si guarda intorno vede ovunque, incisi sugli alberi i nomi di Angelica e Medoro intrecciati nei modi più diversi “con cento nodi legati insieme, e in cento lochi vede”.

Di questo innominabile sentimento si parla spesso anche come essere posseduto da un furore. Nel Meridione si arriva a definire una persona “Tarantolata”.

Una meravigliosa dipendenza quando è ricambiato, un tormento se non lo è. Con la tossicodipendenza infatti condivide molto: insonnia, perdita del senso del tempo, concentrazione assoluta sulla “sostanza”, disponibilità ad assumersi rischi pur di averla, bisogno crescente di consumo, tolleranza e astinenza.

Disperato, il paladino cerca di negare l’evidenza: Angelica ha inventato il nome Medoro e lo ha usato al posto di Orlando, il vero destinatario di quella passione. Ma il vivo sospetto che Angelica lo abbia tradito divampa inesorabilmente: l’infelice (il mesto conte) è simile a un uccello caduto incautamente nella rete che quanto più si dibatte più s’impiglia e si fa prigioniero.

Giunge infine in una grotta adorna d’edera e viti; sulle pareti Medoro ha inciso in arabo queste parole: “La bella Angelica, da molti invano amata,/spesso ne le miebraccia nuda giacque.” Orlando purtroppo conosce bene l’arabo e il dolore che prova è così grande da impedirgli perfino di singhiozzare. Per trovare conforto tenta di ingannarsi ancora una volta: qualcuno ha scritto quelle frasi per gettare infamia sulla sua amata, non è lei l’Angelica di cui si parla! E, sempre più disperato, continua a vagare senza meta.

Perché ti togli i vestiti?

-Per fare l’amore.

-E chi ti ha detto che devi spogliarti per fare l’amore?

-Che io sappia, si fa così.

-No, quello non è amore, quello è possesso.

-Non capisco, e come si fa?

-Lasciati addosso i vestiti e parliamo fino a stancarci, fino a provare a decifrarci, fino a conoscere tutto a memoria, fino a scoprire i nostri segreti più profondi, fino a scioglierci solo guardandoci, fino a quando questi occhi si stanchino e mi obblighino a dormire.

-E proverai a tenerli ancora aperti?

-Si, solo per vederti”. Charles Bukowski

Un antidoto. Una spinta emotiva di grande portata che parla molto di noi e non può essere controllata, ridotta e spiegata sulla base di valori chimici, molecole e cellule perché, fortunatamente, siamo ben più complessi. E nemmeno può essere “guarita” se non è indirizzata, non funziona, non si esprime, non si allinea con quello che viene considerato “normale”.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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