Punture di spillo 284

LA DESTRA PUNTA A VINCERE IN EUROPA CON GLI EVASORI

          Tra meno di un anno si voterà per l’Europa e, mentre a Sinistra c’è “calma piatta”, almeno fino ad ora,  la competizione tra Meloni e Salvini  è già iniziata da tempo. I due cercano di “accarezzare” il pelo alle corporazioni da sempre vicine alla Destra come i balneari, i tassisti ma soprattutto gli evasori.

          E così Giorgia Meloni parla di “pizzo di Stato” per chi non paga le tasse,  Matteo Salvini  ripropone l’ennesima “pace fiscale” con il sogno, neppure troppo nascosto, di raccattare un consenso che dopo il test europeo gli consenta una maggiore autonomia nei confronti del Presidente del Consiglio.

Del resto, la differenza tra la prima e la seconda Repubblica sta proprio nel consenso. Nei primissimi anni il “volano” era innanzitutto il prestigio e la preparazione culturale di chi si apprestava a “servire” il Paese. E questo resta un ricordo del passato. Di politici come De Gasperi, Togliatti, Nenni, La Malfa, e di tanti altri dello stesso spessore morale e della stessa “autorità”, inutile parlare perché sono stati unici.

          Il discorso cambia se andiamo alla seconda parte della prima Repubblica quando i Partiti hanno preso il sopravvento sulle qualità degli eletti ed il “conzenzo”, come avrebbe detto Ciriaco De Mita, cominciava ad essere “drogato” con… tessere e clientele.

Due i responsabili di questa situazione: Mario Segni, che ha dimostrato come non sempre i figli riescano ad essere come i padri, e   tangentopoli con una serie di inchieste dove i giudici, per lo più, pescavano “a strascico” e che di fatto hanno decretato la morte di quasi tutti i Partiti.

Ne restava fuori il PCI sul quale però, più tardi, ha messo le mani Walter Veltroni e sappiamo come è andata a finire

E qui  entriamo nella seconda Repubblica quando ci s’ingegna a trovare nuovi sistemi per raccogliere voti. Lasciamo stare Berlusconi che è stato anche lui, a modo suo, un “unicum” e vediamo che spuntano “pseudo” leader, ma spesso solo meteore, sulla scena politica. Con il risultato che la gente, delusa ma più matura, si allontana dalla politica, preferisce restare a casa e non va più a votare.

Cresce così il fenomeno dell’astensionismo ed il problema dei politici di oggi è quello di riportare gli italiani al voto. Ma gli uomini di una volta non ci sono più, come non ci sono i Partiti. Ed ecco che allora  qualcuno, con il pelo sullo stomaco, si accorge di una categoria che, se votasse compatta, o quasi, otterrebbe la maggioranza assoluta.

Sono gli evasori, quelli che non pagano le tasse e vivono sulle spalle di quei poveretti che per legge non possono evadere, ma che lo vorrebbero tanto: i lavoratori dipendenti e i pensionati.

Carlo Cottarelli, ma non solo lui, ci dice che in Italia l’evasione è molto alta ed ammonta a 100 miliardi. Un “bottino” molto ricco sul quale gli “appetiti” si moltiplicano. Piace a Giorgia Meloni ma “ingolosisce” soprattutto Matteo Salvini.

I migranti erano la sua carta vincente nel 2018, gli evasori sono quelli su cui puntare il prossimo anno.

PdA

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