I REMEMBER

Beaumont sur Mer -C’è qualcosa, in questo retrogrado e poco motivante mondo, che proprio non va. Qualcosa che gira male, qualcosa che impedisce lo sviluppo e la crescita positiva dei più giovani. Qualcosa che genera una preoccupante demotivazione. Qualcosa che favorisce un frustrante sistema anti-uomo.

Fare jogging in Calabria significa compiere un gran numero di andate e ritorni, come se si seguisse il capriccioso tracciato di un labirinto. Interruzioni da torrenti in forte pendenza, un su e giù ininterrotto. Questa terra non solo è diversa da zona a zona, ma muta con passaggi bruschi, nel paesaggio, nel clima, nella composizione etnica degli abitanti.

È certo la più strana tra le regioni italiane. Nei suoi vasti territori montani talvolta non sembra d’essere nel Mezzogiorno, ma in Svizzera, nell’Alto Adige, nei paesi scandinavi. Da questo Nord fiabesco si salta a foreste d’ulivi, lungo le coste del Mare di Ulisse. Vi si incuneano canyons che ricordano gli Stati Uniti, tratti di deserto africano ed angoli in cui gli edifici conservano qualche ricordo di Bisanzio….

La Calabria è tutti i giorni dell’anno sulle news per due ragioni. Per le alluvioni e per la n’drangheta. Si legge di paesi che le alluvioni portano a valle, di ponti che crollano, di montagne che si spaccano per effetto di erosioni secolari, di fiumare che allagano i raccolti, di creature umane e di bestie che galleggiano sulla cresta dei torrenti.

L’altra ragione è la delinquenza organizzata. Se il fenomeno in Calabria appare più preoccupante è perché, messo in rapporto con la situazione politica e sociale che ne determina l’esistenza, non si vede come si possa risanare l’albero malato senza bonificargli la terra nella quale è radicato.

Amare questa Terra non basta. Anche se ciò che si prova è un amore passionale dovuto al fatto che i calabresi amano una terra che ha molto sofferto e subito. Ha sofferto lei e hanno sofferto i suoi figli, per avere un piccolo posto al sole, devono superare ogni giorno difficoltà che gli altri non immaginano neppure.

Certo è che lo Stato centrale è di secondaria importanza non essendo altro che uno strumento, di cui la classe dominante si serve per proteggere i propri interessi. In un mondo siffatto, il fine di una persona attenta e sensibile, deve essere la comprensione della società umana.

Qui nelle strade del Sud i giovani imparano molto presto che da adulto dovrà diventare molto simile all’orco di una delle tante fiabe. Egli saprà che là dove fiuterà carne umana, là sarà il suo cibo. Sono gli uomini che la storia vuole ghermire, sperando, grazie allo studio del loro agire nel tempo, di poterne in qualche modo prevedere i comportamenti futuri.

Questi signori studiosi appena si rendono conto, con il loro metodo importato da altre realtà distanti anni luce, che non è possibile far fronte a ciò che si trovano a fronteggiare, non può in alcun modo essere liberato, va abbattuto, proprio come un corpo cancerogeno agonizzante privo di ogni possibilità di salvezza.

A sei anni di distanza, nel mese di marzo 2017 l’IC Mameli – Manzoni ha subito un evento molto rilevante, la chiusura del plesso principale di via Aspromonte 2 nel quale era ubicata la scuola secondaria di 1° grado di Amantea, in Calabria, con circa 300 alunni nonché gli uffici di segreteria e presidenza.

 La mentalità eccelsa venuta dal Nord, paragona questa terra ad una costruzione mal progettata e mal costruita e che è vacillante. Non solo si ha la certezza matematica che cadrà, ma ci si deve anche adoperare affinché crolli al più presto, in modo tale da sostituirla con un edificio solido e dalle fondamenta stabili rispetto alla visione del mondo dei “salvatori”.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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