Che cosa c’è nel decreto “Lavoro”

Giorgia Meloni ha detto in un video che il governo userà un «tesoretto di 4 miliardi di euro» per finanziare il «più importante taglio delle tasse sul lavoro degli ultimi decenni».

È davvero così? Abbiamo verificato e la presidente del Consiglio è smentita dai numeri.

Che cosa c’è nel decreto “Lavoro”

Il testo ufficiale del decreto approvato il 1° maggio, ribattezzato dalla stampa “decreto Lavoro”, non è ancora disponibile: il suo contenuto è stato riassunto dal governo in un comunicato stampa, sebbene negli ultimi giorni siano circolate alcune bozze del provvedimento. Nel comunicato il governo ha spiegato che da luglio a dicembre 2023, per i redditi fino a 35 mila euro lordi annui, saranno ridotti di 4 punti percentuali i contributi previdenziali, che fanno parte del cuneo fiscale (ma che non sono «tasse»).

Nella relazione che accompagna il Documento di economia e finanza (Def), pubblicato il 13 aprile, il governo aveva anticipato che avrebbe finanziato questa misura con oltre 3 miliardi di euro, facendo ricorso a un nuovo scostamento di bilancio (approvato dal Parlamento il 28 aprile). Questa cifra è quella a cui fa riferimento Meloni quando parla di «tesoretto»: grazie a una crescita del Pil nel 2023 migliore delle aspettative, il governo ha deciso di mantenere invariato il rapporto tra il deficit e il Pil stabilito in precedenza, dedicando le risorse in più a debito proprio al taglio del cuneo fiscale. Secondo fonti stampa, alla fine per questo provvedimento le risorse destinate del decreto “Lavoro” potrebbero raggiungere i 4 miliardi di euro. Per conoscere i numeri definitivi bisogna però attendere la pubblicazione del testo ufficiale del decreto-legge.

Con la legge di Bilancio per il 2023, approvata dal Parlamento alla fine del 2022, il governo Meloni aveva già stanziato circa 5 miliardi di euro per ridurre quest’anno il cuneo fiscale. Con queste risorse era stato confermato il taglio del 2 per cento introdotto temporaneamente dal governo Draghi per i redditi fino a 35 mila euro ed era stato alzato al 3 per cento il taglio per chi guadagna fino a 25 mila euro l’anno. Con il decreto “Lavoro”, dunque, fino alla fine di quest’anno il taglio per queste due fasce di reddito salirà rispettivamente al 6 per cento e al 7 per cento.

Fonte:Pagella Politica

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