Punture di spillo 266

Roma, 25 aprile

UNA PAGINA DI GIORNALE  PER NON DIRE FASCISMO MALE ASSOLUTO

          C’è una efficace espressione napoletana per commentare la lunga lettera di Giorgia Meloni al Corriere della Sera sul 25 aprile: “ Cca nisciuno è fesso”!

          Una intera pagina di giornale, affidata probabilmente alla penna del suo neo capo ufficio stampa Mario Sechi, per non scontentare il proprio elettorato più nostalgico e non dire, come fece Fini nel 2003 a Gerusalemme, che il fascismo è stato il “male assoluto”. Come dare: un colpo al cerchio ed uno alla botte.

          Del resto, il non fare chiarezza fino in fondo su questo tragico periodo della nostra storia è un’esigenza estranea a molti esponenti della Destra.

          Così si spiegano Giorgia Meloni, per la quale alle Fosse Ardeatine i 335  antifascisti uccisi dai nazisti lo furono solo in quanto italiani, o il Presidente del Senato che provoca sulle SS che suonavano il piffero o sulla Costituzione che non conterrebbe la parolina antifascismo.

          Una lettera quindi, quella della Presidente del Consiglio, dove disinvoltamente si cerca di mettere sullo stesso piano partigiani e fascisti.

          Come spiegare altrimenti il riferimento della Meloni alla “sanguinosa guerra civile” e alla “spirale di odio che portò a esecuzioni sommarie anche diversi mesi dopo la fine del conflitto”? O ai “nostri connazionali di Istria, Fiume e Dalmazia” vittime di una “seconda ondata di eccidi” e “dell’esodo dalle loro terre”?

          Ma, a mio giudizio, la cosa più grave è sostenere che “chi dal processo costituente era rimasto escluso per ovvie ragioni storiche, si impegnò a traghettare milioni di italiani nella nuova repubblica parlamentare, dando forma alla destra democratica”.

          Un riconoscimento “di comodo” per il Movimento Sociale di Giorgio Almirante prima, AN e Fratelli d’Italia dopo, che cozza con la storia e la realtà dei fatti. Un modo per mettere tutti sullo stesso piano.

          Ma così non è, come ricordò Vittorio Foa al missino Giorgio Pisanò: “se avesse vinto lei io sarei ancora in prigione. Avendo vinto io, lei è senatore della repubblica e parla qui con me”.           Lo vogliamo ricordare all’on. Giorgia Meloni e al Presidente del Senato  Ignazio Benito La Russa.

PdA

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