LA CIABATTA DI MIO NONNO ANTONIO

Beaumont sur Mer 16 aprile

Funambolo con vista da indovino.

Un confuso numero di passi

mi hanno guidato in questo spazio.

Su colorati schermi l’unto, il degrado

i graffiti sul leggero perbenismo della mia Terra..

In un commento dei dati del censimento industriale del 1961 si legge testualmente: “La situazione industriale della Calabria al 1961, anno del centenario dell’Unificazione, appariva notevolmente deteriorata rispetto al secolo precedente, allorché la penisola bruzia rivestiva un ruolo di primo piano in vari settori dell’industria del Regno borbonico” La Calabria, un dono degli Dei Greci e Arabi usurpata dagli antichi e moderni predatori.

Qualcuno ha commesso atti indescrivibili ed emesso giudizi sommari o generalizzazioni insensate. Amantea, con la sua storia millenaria, oggi viene offuscata da un groviglio di esseri parassitari che la dominano, sfruttandola e disprezzando alcuni suoi cittadini che, secondo alcuni malavitosi di stampo sudamericano, non meritano neanche uno sguardo, passandogli accanto su Via Margherita, La Promenade des Anglais, nostrana.

Per quei pochi, ahinoi, che hanno piena consapevolezza dei problemi che affliggono questa città martoriata e che ogni giorno si battono nel cercare di ridare dignità al loro paese. Inutile dire che come Amanteano e figlio del Mare di Ulisse, mi sento offeso e impotente davanti a tutto questo.

Il disagio, molti miei concittadini, non sanno cosa sia, eppure è sotto gli occhi di tutti che, però, lo accettano. Insomma tutto ricorda la tipica immagine che si ha nel mondo del meridione con tutte le sue brutture e i suoi difetti, nonostante l’importanza delle sue risorse territoriali, ambientali e culturali.

Amantea, oggi fa parte di una delle regioni più povere dell’Italia e dello stesso Meridione: lo scotto pagato da questa regione all’unificazione con il Regno piemontese, seguito dalla conquista militare del 1860.

E’ fuor di dubbio il fatto che le premesse dell’attuale sottosviluppo, del mancato decollo economico e dell’emarginazione di oggi furono poste proprio da quanti non esitarono a fare carte false pur di ottenere l’eliminazione dello Stato autonomo di cui le province calabresi avevano fatto parte per 730 anni.

Da quella “unificazione” Amantea ha ereditato solo il malcostume, la criminalità organizzata, la falsità, l’imbroglio e il favoritismo, nepotismo più becero, in quanto applicato en plein air. Tutto sotto lo sguardo della Ciabatta di mio Nonno e dei gabbiani che la popolano.

Giù, sull’arenile all’apparir del giorno

vedo il Re d’Itaca che serenamente osserva le sue acque.

Fa rimbalzare sulle onde i bottoni della sua sanità,

come logori sassolini di sé stesso.

Freddi, come la sua asessuata Signora.

I ciottoli logorati da una guerra senza fine,

sbatacchiati e consumati sul bagnasciuga,

per poi tornarsene sul fondo senza emettere suoni.

L’Ulisse si piega su sé stesso e poi si stende

senza mai ruotare.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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