Borghi d’Italia…

Bard, Valle d’Aosta

Già da un po’ di tempo a questa parte, ma soprattutto in questo 2023, è boom di turismo nei borghi e nelle aree rurali d’Italia. Zone che sono certamente meravigliose, ma che spesso sono interessate anche dal rischio di spopolamento.

Dalla Sardegna alle Langhe, passando per alcune aree del Sud Italia per poi risalire in diverse località dell’arco alpino, si è deciso di puntare sul turismo per contrastare la fuga dei residenti e delle nuove generazioni. A dimostrazione di quanto appena detto ci sono i dati che emergono da un nuovo studio condotto dal Politecnico di Torino per conto di Airbnb.

Borghi d’Italia: spopolano gli affitti brevi

Stando a ciò che emerso dallo studio, gli annunci presenti sulla piattaforma relativi alle offerte di alloggio in centri che appartengono all’elenco dei “Borghi più belli d’Italia”, ma che sono localizzati in zone dove la situazione economica è in declino, possono portare benefici sia alle microimprese del territorio (con una crescita del 23% dei redditi in un periodo di quattro anni) sia alla popolazione locale, diventando un fattore di contrasto al fenomeno dello spopolamento.

Ciò vuol dire che il turismo che punta sul patrimonio storico-culturale e sulla riscoperta delle aree rurali potrebbe funzionare se venissero sfruttate nella giusta maniera piattaforme come quella della società americana, i cui effetti tangibili sulle comunità locali si riflettono nelle potenzialità di crescita dell’hospitality (nei piccoli borghi la media di posti letto disponibili per km quadrato è di 5,2) e dei settori dei trasporti e dell’intrattenimento, oltre che di quello delle agenzie di viaggio

La crescita dei piccoli comuni e delle dimore storiche

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Giacomo Trovato, Country manager Airbnb Italia e sud est Europa, ha dichiarato all’ANSA che “Confrontando i dati di Airbnb di inizio 2023 con lo stesso periodo del 2019, pre-pandemia, le prenotazioni verso aree rurali e borghi sono cresciute a un tasso doppio rispetto a quelle verso le grandi città”.

Mentre al Sole 24 ore ha confermato che le richieste per le località al di fuori dei circuiti più battuti crescono molto più velocemente (75%) delle grandi città (40%).  In cima alla lista delle preferenze ci sono piccoli centri come Chiusa, in provincia di Bolzano, con una crescita in questo 2023 di oltre il 500% rispetto al 2019, ma anche Spello in provincia di Perugia con richieste in salita del 250%. Poi ancora la fiabesca Bard, il comune più piccolo della Val d’Aosta, che nel 2019 non aveva avuto nessuna prenotazione, mentre quest’anno registra flussi turistici più che importanti.

Ma è grande successo anche per le dimore storiche: le prenotazioni sono aumentate di oltre l’80% nel 2022 rispetto al 2019 e del 37% nei primi tre mesi del 2023 rispetto all’anno passato.

Fonte:Si viaggia

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