Beaumont sur mer- Quando il ministro dell’Interno Piantedosi pronunciò la ormai famosa frase: “L’unica cosa che va detta ed affermata è: non dovevano partire”. Con questa frase il ministro commentava la tragedia del naufragio di centinaia di donne, bambini e uomini sulle costa ionica di Steccato di Cutro, ho capito che l’Italia era caduta nelle grinfie di governanti senza scrupoli.
Questo insulso episodio, mi riportò alla mente un lontano 1984, mentre cercavo del materiale audio-visivo nel magazzino RAI di Roma. Ero tornato in Italia e da due anni e curavo insieme a pochi altri, la versione italiana di tutte le opere di William Shakespeare prodotte dalla BBC inglese.
In quel lontano anno mi capitò di visionare un documentario che la Rai aveva mandato in onda nel 1979 con il titolo : “Processo per stupro” Per la prima volta l’Italia “scopriva” scriveva un giornalista, cos’era un processo penale e come, nel corso delle udienze, i ruoli di vittima e imputati lentamente si invertirono.
A oltre 40 anni di distanza, nulla sembra essere cambiato. Vi sono ancora persone che processano la vittima per le sue frequentazioni, per come si veste e per come si comporta. Nel 1979, l’avvocato degli imputati disse: “Se questa ragazza si fosse stata a casa non si sarebbe verificato niente”.
Questo modo di pensare e dire è identico all’affermazione del ministro Matteo Piantedosi. Il quale, dopo l’infelice frase, continuò: “Di fronte a tragedie di questo tipo non credo che si possa sostenere che al primo posto ci sia il diritto o il dovere di partire e partire in questo modo”. Il punto tenuto fermo da Piantedosi per tutto l’intervento era dunque sulla decisione dei poveri disgraziati di allontanarsi dalla loro terra. “I provocatori, i soverchiatori, tutti coloro che, in qualunque modo, fanno torto altrui, sono rei, non solo del male che commettono, ma del pervertimento ancora a cui portano gli animi degli offesi” (“I Promessi Sposi” capitolo II). Alessandro Manzoni.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik