L’ULISSE TRADITO

Analisi-Meditazione di Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Oggi, l’Omerico mare, della costa tirrenica calabrese, oltre che una risorsa per i residenti, per i quali sarebbe assurdo andarsene in vacanza in altre località marine, lo è anche per una città, come Amantea, che vorrebbe fare del turismo il settore trainante delle propria economia.

La cittadinanza e gli addetti al settore commerciale, artigianale, alberghiero e balneare dovrebbero indignarsi e ribellarsi. Un’azione che dovrebbe essere finalizzata a scuotere la terra che calpestano e gli organi deputati al controllo del territorio. In modo duro e risoluto, i cittadini dovrebbero ribellarsi ad una classe dirigenziale che governa la Regione e che continua a mandare in giro “Sparaballe” a divulgare il marcio verbo. 

La questione meridionale è un fenomeno che deriva direttamente dall’estraneità dello Stato rispetto al popolo, dall’esistenza d’una classe dirigente barricata a difesa dei propri privilegi, dall’appropriazione delle risorse pubbliche da parte dei potenti di turno, dal proliferare delle corporazioni con proprie deontologie, propri statuti, propri privilegi; dalla criminalità organizzata e governata da leggi e codici propri.

Infine, in assenza di una legalità riconosciuta dal governo centrale, pensa di mettere a tacere le proprie responsabilità, sulla catastrofe del peschereccio turco, con la sceneggiata di un Consiglio dei ministri che si terrà a Cutro.

Con i potenti della Regione  che sentono la necessità di supplire alla loro invisibilità e al loro mutismo, facendo leva sulla corruzione spicciola, necessaria per mitigare l’arbitrio con la compravendita di indulgenze civili, emulando la Chiesa.  

Un pochino più a nord, il Berlusca, esempio vivente di mediocrità italiota, come il suo amichetto Putin, ha contribuito a stimolare tantissimi individui a emularlo nei suoi modi d’essere in affari e nelle aule di tribunali. L’averla fatta franca nel “fottere” il resto della popolazione italiana lo ha fatto diventare un eroe agli occhi dei poveri disgraziati che “sperano” sempre di rifarsi rubando o sognando di vincere alle slot machines, avendo toccato il fondo della povertà non solo economica. “Anche la bestia più feroce conosce un minimo di pietà. Ma io non ne conosco, perciò non sono una bestia“. W. Shakespeare.

Nel frattempo, le giovani e brillanti teste Sudiste continueranno ad emigrare, mentre gli altri, di ugual  talento, continueranno a lavorare ancora per due lirette nella vana “speranza” (termine religioso pericolosissimo) di un futuro migliore.

 “La speranza di cui si parla è una trappola, una brutta parola, non si deve usare. La speranza è una trappola inventata dai padroni. La speranza è quella di quelli che ti dicono che Dio… state buoni, state zitti, pregate che avrete il vostro riscatto, la vostra ricompensa nell’aldilà.” Mario Monicelli.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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