Punture di spillo 253

CON PIANTEDOSI LA DESTRA REPLICA RUBY NIPOTE DI MUBARAK

          Era il 27 maggio 2010 quando  il centrodestra – facendo quadrato su Berlusconi e coprendosi di ridicolo – votò che Ruby era la nipote di Mubarak. A 13 anni di distanza la Destra di Giorgia Meloni si ripete con il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e si arrocca in una arcigna difesa d’ufficio nella sua burocratica e tecnica spiegazione del naufragio di Cutro.

          Una narrazione che – come per Ruby – non sembra aver convinto la stessa maggioranza se né la Premier, né tantomeno il “patron” Salvini, né altri autorevoli esponenti del Governo hanno preferito non esporsi e disertare le aule di Camera e Senato.  

          A tutti è sembrato, a 12 giorni da questa ennesima tragedia del mare, un atto dovuto ma non sentito, soprattutto dal titolare del Viminale che ha difeso l’indifendibile e non ha avuto il coraggio di scusarsi e  riconoscere che purtroppo nel necessario salvataggio del peschereccio qualcosa non ha funzionato.

          Eppure, dalle acque calabresi sono stati tirati fuori – ad oggi – ben 72 cadaveri tra uomini donne e bambini, e molti sono ancora (diciamo per un eufemismo) i dispersi.

          E’ ovvio che il Presidente del Consiglio, appena all’inizio del suo mandato, ha le mani legate e non può chiedergli di andarsene ma dignità e serietà avrebbero dovuto convincere il “questurino” a dimettersi

          A questo punto sorge un sospetto: che ad impedirgli di lasciare l’incarico sia il suo “patron” Matteo Salvini per non vedere sconfessata la sua politica anti immigrati.

          Se Piantedosi non va via, ovviamente Piantedosi non parla. Ma se fosse libero da incarichi istituzionali cosa potrebbe raccontare del periodo in cui era capo di gabinetto di Salvini nel Conte 1 e cosa potrebbe aggiungere di quello che è avvenuto in questi ultimi cinque mesi tra lui e il suo”patron”?

          Meglio – potrebbe aver pensato il segretario della Lega – tenerselo buono e avere “armi” per controllarlo.

          Certo, se  a Cutro, nel consiglio dei ministri di domani,  il Governo dovesse essere duramente contestato, il discorso potrebbe cambiare e rendersi necessaria una… vittima sacrificale. Se non due…  PdA

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