IO ME NE VACO

Beaumont sur Mer – “Ora l’inverno del nostro scontento…”. In questo tiepido sole di marzo, tutte le fangose nuvole che incombono minacciose sulla nostra terra vengono tumulate nel ventre profondo del mare di Ulisse e sparse per le lacunose strade del Sud.

Una triste realtà si presenta ai nostri occhi ed è la constatazione che per la prima volta nella storia recente i giovani meridionali si trovano di fronte a prospettive di vita peggiori di quelle che hanno avuto i loro genitori. Di certo, lo stile di vita di buona parte dei meridionali sta cambiando, dovendosi adattare a una situazione economica che indebolisce inesorabilmente le certezze passate. Ciò che fino a pochi anni fa sembrava garantito (lavoro, pensioni, diritto di cura) non lo è più ed è presumibile che non lo sia in futuro. Sono le conseguenze della crisi iniziata nel 2008, che ha portato con sé il crollo del potere d’acquisto e la drammatica perdita di posti di lavoro, sia nei settori tradizionali dell’industria manifatturiera sia nei servizi.

A risentire degli effetti della crisi sono, come sempre, le fasce più deboli della popolazione, mentre aumenta in maniera inquietante l’area grigia di coloro che si stanno impoverendo e temono di perdere la relativa agiatezza conquistata. Nel Sud il numero delle persone dipendenti dall’aiuto sociale è in aumento. L’abbassamento del livello di vita; l’impoverimento di una popolazione, hanno portato i giovani meridionali a lasciare la propria terra per lidi lontani.  

‘E lontano, lontano nel tempo
L’espressione di un volto per caso
Ti farà ricordare il mio volto
L’aria triste che tu amavi tanto…’ Luigi Tenco

il potere, i suoi succubi e le sue vittime partecipano di una logica che vede tutti complici dell’ingranaggio: la politica e la biologia concorrono a questo miscuglio di responsabilità e di passioni. Forse, sarebbe più credibile, se il potere come tale esistesse da qualche parte fuori dalle pagine come un grande pupazzo cattivo, e non avesse invece la faccia e le mani dei ricchi e dei forti, di chi fa parte di una classe sociale ben precisa, quella dei padroni, dei figli di qualcuno, dei governanti per diritto divino, degli ereditieri, dei privilegiati di vario ordine e grado, delle madame, dei principi e dei capitani di varie mafie. Mentre i succubi e le vittime, le “torme di bipedi”, la “maramaglia amara”   di Carlo Emilio Gadda .

il flusso migratorio di laureati e professionisti continua: non trascinano più una valigia di cartone chiusa con lo spago, non indossano abiti sdruciti, ma hanno un moderno trolley e una valigetta col computer. Ma, come i loro antenati, con la tristezza nel cuore. Dopo il carnevale lungo un mese ci si sta preparando alle prossime feste: Domenica delle Palme, Pasqua, Pasquetta e Pasquone. “Perciò…. per occupare questi giorni belli ed eloquenti, sono deciso a dimostrarmi una canaglia e a odiare gli oziosi piaceri dei nostri tempi” e al posto di “Sparaballe” ci presentiamo a Voi malcapitati pochi lettori: “I Rompiballe”.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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