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Pomeriggi letterari doc. Presso il Museo Storico dei Granatieri di Sardegna, a Roma,piazza Santa Croce in Gerusalemme, in scena la presentazione del libro della scrittrice romana Antonella Polenta, “Quell’anno le margherite divennero rosse”, che sceglie il monumentale stabile per narrare una storia vera accaduta durante la Seconda Guerra Mondiale: il 22 marzo del 1944 a Maiano Lavacchio, frazione rurale di Magliano in Toscana, undici ragazzi furono fucilati per aver rifiutato di arruolarsi nell’esercito della nascente Repubblica di Salò.

Tra quadri antichi e cimeli storici, dopo i saluti del padrone di casa, il colonnello Bruno Camarota, prende posto tra i tanti la principessa Maria Pia Ruspoli, che scopre come la Polenta discenda direttamente dalla Francesca da Rimini di dantesca memoria. Quella, per intenderci, dell’amore impossibile tra Paolo e Francesca. Seguono, poco dopo, il principe Guglielmo Giovanelli Marconi, relatore in qualità di direttore Studi Umanistici Unimeier, le attrici Eliana Miglio, Beatrice Schiaffino e Martina Menichini, Marisela Federici e ancora Franco Mariotti, Alessandra Canale, il marchese Emilio Petrini Mansi della Fontanazza, la presidente del Premio Simpatia Laura Pertica e lo stilista-astrologo Massimo Bomba. E ancora Fulvio Rocco de Marinis e Jolanda Gurreri, gli artisti Ilian Rachov e Giulio Gorga e la direttrice della Galleria Colonna Elena Parmegiani. Letture a cura di Vincenzo Bocciarelli. Tante le domande, da parte dell’interessato pubblico, per il tema trattato dal testo in presentazione.

Del resto il romanzo storico proposto è tratto da una storia vera accaduta durante la Seconda Guerra Mondiale: il 22 marzo del 1944 a Maiano Lavacchio, frazione rurale di Magliano in Toscana, undici ragazzi furono fucilati per aver rifiutato di arruolarsi nell’esercito della nascente Repubblica di Salò. Verranno ricordati come “I martiri di Istia”, dal nome del vicino paese in cui alcuni di loro erano nati. Con immagini struggenti, ricche di pathos, “Quell’anno le margherite divennero rosse” dipinge il triste episodio, sconosciuto ai più e narrato all’autrice da una testimone oculare, allora solo un’innocente bambina.

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