SE CHATTANDO…

Beaumont sur Mer -Durante una “chiacchierata” al cellulare, l’amico Orly che vive a Edmonton, all’improvviso si mise a raccontarmi che una mattina, a New York, un uomo ben vestito entrò in ascensore. Una volta accertatosi che il suo piano fosse stato scelto, cercò qualcosa in tasca, tirò fuori un cellulare e iniziò a giocherellarci.

Una donna con il suo laptop era entrata nello stesso ascensore. Dopo aver scelto il suo piano, tirò fuori il suo blackberry e iniziò a leggere vecchie e-mail. Anche un addetto alle pulizie dopo essere entrato, tirò fuori il cellulare mettendosi a giocherellare con la mini-tastiera.

Orly non era sicuro di quante persone siano al corrente di questo fenomeno, ma si chiama sindrome dell’ascensore. Sembra che tutti ne siano affetti. Anche quando le persone sanno di non trovare nuovi messaggi, chiamate o e-mail (ecco perché i telefoni cellulari hanno avvisi di vibrazione/squillo, se non l’hai sentito significa “non ci sono nuovi messaggi”), le persone tendono a controllarlo ancora e ancora.

Questo evitamento (meccanismo di difesa dai problemi, tipico dei disturbi d’ansia, in cui si evita di entrare in contatto con situazioni o cose temute),nasce dalla paura di soffocare o di sentirsi in trappola. La sensazione di pericolo che ne deriva è direttamente proporzionale alla misura dello spazio circostante. Tanto più lo spazio è ristretto tanto maggiore è la sensazione di pericolo.

Al cellulare l’amico Orly, sottolineo l’importanza del prepararsi emotivamente ai disastri. Sempre Lui su WhatsApp continuò dicendomi che i nostri cervelli sono macchine che funzionano per schemi e spesso diciamo a noi stessi che qualsiasi cosa di terribile, che in quel momento sta accadendo, non è possibile che stia succedendo, se non si riesce a trovare nella nostra mente un esempio di qualcosa di simile accaduto prima.

È per questo che, dappertutto nel mondo, la gente va ancora in spiaggia e nei bar nonostante gli avvertimenti sempre più terribili. È per questo che durante gli avvenimenti del famoso 11 settembre molte persone rimasero alle loro scrivanie o si misero a raccogliere le loro cose prima di cercare di scappare.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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