Beaumont sur Mer
I Calabresi, è bene che lo sappiate, sono quantomeno pittoreschi e suggestivi, come un quadro di Orfeo Reda, come un romanzo gotico-popolare o come una badilata di concime naturale ‘arrunzata’ in fretta e furia. Occorrono, qui, delucidazioni ad uso di chi si addentra nella giungla calabrese, come fece il mio bisnonno ligure per sfuggire alla morte decretata dai Savoiardi.
Sarà per il nostro imprinting genetico che è veramente frutto delle contaminazioni più impensate e bizzarre, a cominciare dalla Magna Grecia che gran parte dei calabresi pensa essere un tipo di pizza. La Calabria ha visto passare di tutto. Intollerante all’autorità calata dal Nord, insofferente di natura, restio alle novità e diffidente di tutto quello che si muove. In particolare dopo l’occupazione piemontese.
Insolitamente per la nostra Epoca post-postmoderna e filocibernetica, in Calabria, non si sa perché, il culto religioso più diffuso è ancora la venerazione di Frank di Paola. Il calabrese è una replica di Aladino. È fissato con le lampados. In Calabria, con un sole che fa paura, che senso ha spargersi tonnellate di abbronzante addosso?
Altra nota bizzarra regionale. Se c’è il Sole va a al mare, se piove va al supermercato. Misteri del marketing. Davvero! Appena il cielo inizia a oscurarsi, il calabrese medio, non si sa perché, salta in macchina e si rintana nei Centri Commerciali comprando anche in un solo pomeriggio fino a sei/sette televisori al Plasma.
Stare al Sole come le lucertole, per il calabrese costiero è una necessità, una questione di vita o di morte. Ma troppo calore ci irrita. Siamo come gli alligatori. Poi la notte, il calabrese dorme male non solo per il caldo, ma anche per il famigerato groppone in fiamme dovuto alla reiterata sovraesposizione ai raggi solari nell’intera giornata.
Il Calabrese, è risaputo, accetta tutto: una “alta” velocità inesistente, un ponte che non serve a nulla. Uno, invece utile e importante, da venti anni non è ancora finito. Sulla Salerno- Reggio Calabria vi sono solo 40 km di autostrada a tre corsie, e solo il 7,8 per cento delle linee ferroviarie ad alta velocità. Persino l’acqua rappresenta un grosso problema.
Gli acquedotti sono così malridotti, che in Calabria se ne perde lungo le tubature fino al 50 per cento, la metà di quella messa in rete, contro una media nazionale che è di un terzo. È vero che in ogni Paese ci sono zone ricche e zone più povere, ma il nodo gordiano (Secondo una leggenda dell’antica Grecia il “Nodo Gordiano” era un nodo con il quale il re della Frigia aveva legato il Carro di Zeus, un nodo talmente stretto e particolare da essere inestricabile. Ci riuscì Alessandro Magno nel 334 a.C.. Dopo alcuni tentativi falliti, con la spada troncò il nodo di netto e divenne Imperatore.)
In aggiunta, dal 1995 al 2005 la nostra Regione è sprofondata nella classifica europea della ricchezza, perdendo in media una trentina di posizioni e andandosi a piazzare tra il 165/mo e il 200/mo posto, su un totale di 208. Si capisce allora perché la valigia di cartone, allora, di cuoio, oggi; il trolley, se si preferisce, per i dannati del Sud sia sempre pronta.
“Io sono un uomo nuovo
Talmente nuovo che è da tempo
Che non sono neanche più fascista
Sono sensibile e altruista orientalista
Ed in passato sono stato un po’ sessantottista
Da un po’ di tempo ambientalista…”Giorgio Gaber
Nel più profondo dei turbamenti, a questo uomo non gli resta che quel tanto di impassibilità che tutti gli eroi e i malvagi posseggono, no, non il coraggio, né la volontà e neanche la certezza ma semplicemente l’aderenza al suo corpo, dura a morire, come il gatto ormai dilaniato dai cani..
Cosa si può raccontare su come vive quest’uomo. Si potrebbe tutt’al più raccontare, che di notte le finestre illuminate guardano nella sua stanza e i pensieri, dopo essere stati usati, restano seduti in giro come i clienti nell’anticamera di un avvocato di cui non sono contenti.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik