Punture di spillo 265

LA RUSSA UN PROVOCATORE CHE “GIOCA” CON LE PAROLE

Ignazio Benito La Russa deve decidere: o fa il Presidente del Senato o si dimette per continuare a fare il provocatore. Sulla tragedia che ha vissuto l’Italia con il fascismo non è lecito a nessuno né di provocare né di giocare con le parole. I soldati tedeschi di via Rasella non suonavano l’organetto e non erano pensionati, e la nostra Costituzione è tutta “pregna” di antifascismo. La Russa non la pensa così? Abbia la dignità di lasciare una carica che ha dimostrato di non saper onorare e, se è un vero uomo, se ne vada a Predappio dove potrà “giocare” con i cimeli di una stagione che non ha anagraficamente vissuto ma verso la quale è attratto come i bambini che giocano ancora ai cowboy.

Comportandosi come si sta comportando, il sen. La Russa offende tutti quegli uomini, quelle donne, quei ragazzi giovanissimi che hanno sacrificato la loro vita per permettere anche ai La Russa di oggi (e purtroppo c’è ne sono tanti) di aprire la bocca e di dire, in libertà, scempiaggini e falsi storici. Quella libertà che i fascisti vigliaccamente – almeno dieci contro uno – conculcavano con l’olio di ricino, le manganellate, i rastrellamenti, gli assassinii.  

C’è stato un periodo in cui le opposizioni democratiche, minoritarie in Parlamento e nel Paese, per protesta contro i soprusi del regime fascista si ritirarono sull’Aventino disertando quell’aula “sorda e grigia”, secondo un’espressione cara a quel Mussolini  di cui La Russa mantiene in casa il busto.

Alle attuali opposizioni, anch’esse come allora fortemente minoritarie, non si chiede l’Aventino ma almeno che escano dall’aula tutte le volte che La Russa  dovesse presiederla. Un modo per onorare quella Costituzione antifascista sulla quale il presidente del Senato “gioca” sulle parole e provoca.

Ma attenzione, nelle sue quotidiane esternazioni, La Russa in realtà porta avanti il disegno di riscrivere la nostra storia a suo piacimento e di stravolgimento della Costituzione. Quella Costituzione, come disse Piero Calamandrei, che non è un semplice pezzo di carta ma il testamento di centomila morti caduti nella lunga lotta per la libertà.

Ma c’è un altro sospetto altrettanto grave: che tutto questo dibattito venga strumentalizzato dal Presidente del Senato per distrarre gli italiani dalle promesse elettorali che il Governo non è in grado di rispettare e nascondere divisioni all’interno della stessa maggioranza

PdA

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