LA RIFORMA NORDIO COSTRINGE UN TESTE A CAMBIARE CASA
Alla formazione di un nuovo governo ci si chiede spesso se alla Giustizia sia preferibile un laico o un giudice. Se si vedono i risultati in questi primi due anni del ministro Nordio, la risposta è negativa.
Il Guardasigilli – che pure è stato un buon magistrato – in alcune circostanze è apparso piuttosto “vendicativo” rispetto alla categoria da cui proviene ed è difficile capire se questo atteggiamento sia figlio della politica del governo di destra o di una rivalsa “rancorosa” nei confronti di alcuni colleghi o, più verosimilmente, di tutti e due.
L’abolizione del segreto d’ufficio porta la sua firma, e c’è già un ricorso in Cassazione per incostituzionalità, e le polemiche dei pmagistrati non si fermano. Ma oggi Il Fatto Quotidiano dà ampio spazio ad un primo effetto negativo della riforma della giustizia varata di recente: Un testimone che aveva denunciato alcuni pusher è stato costretto a cambiare città perché ripetutamente minacciato.
I fatti. Il Giudice deve decidere sul loro arresto per il pericolo di reiterazione del reato ma, essendo stata nel frattempo promulgata la riforma Nordio, i pusher, prima, hanno diritto all’interrogatorio preventivo, fissato a 20 giorni. E intanto se ne stanno comodamente in giro.
Ed ecco la novità: per poter rispondere, gli indagati nel frattempo hanno avuto accesso all’intero fascicolo dell’indagine del PM che li vuole arrestare e non, come prima, alla sola ordinanza di rinvio. Quindi, hanno potuto prendere visione di eventuali intercettazioni, informative della polizia giudiziaria, risultati di pedinamenti, fotografie e, soprattutto hanno conosciuto i nomi di chi ha testimoniato contro di loro.
Essendo ancora a piede libero, i presunti spacciatori non si sono fatti scrupolo di minacciare pesantemente il teste che è stato costretto ad avvertire la polizia e, quindi, a cambiare città.
A questo punto, chi deciderà ancora di denunciare o di testimoniare? All’ex-… giudice Nordio l’onere di una risposta
PdA