Il diario di Pietruzzo 21

SALVINI PARLA DI TUTTO E SU TUTTO, SPESSO “A SCHIOVERE”
I politici, almeno quelli di governo, hanno esaurito le vacanze. La Premier è tornata a Palazzo Chigi ed ha appena “suonato” la ripresa dell’attività che Matteo Salvini si è fatto subito sentire: immigrazione, ius scholae e Ucraina, i suoi cavalli di battaglia da sempre. E su tutti ha trovato il modo di dire la “sua”. Tanto per … non essere dimenticato. Solo che è incorso in altrettanti infortuni. Ma a lui questo non importa. Purché le cronache non lo ignorino, ora che dal sonno si è svegliato pure Tajami, il… competitor!
Ricordate quando, in occasione della rielezione di Mattarella al Quirinale, sempre Salvini si agitava dicendo di avere la soluzione in tasca? Niente, solo parole e voglia di essere presente!
Ebbene, si scopre il vero assassino della ragazza uccisa nel bergamasco a coltellate da un mese? E il leader leghista, prima ancora di complimentarsi con i carabinieri, sposta l’attenzione – perché questo è funzionale alle sue tesi – sulle origini nordafricane dell’arrestato anche se ha la cittadinanza italiana. Ma all’uomo del Papeete questo non importa. E’ un negro e tanto basta per portare avanti lo sciacallaggio su un fatto di cronaca che richiederebbe invece solo pietà e rispetto per la vittima e i suoi familiari.
Salvini la butta in politica e gli interessa solo assestare un colpo alle tesi di Antonio Tajani sullo ius scholae trascinando tutto il Partito nella polemica sul colore della pelle.

Passano poche ore e l’uomo del Papeete nella prima riunione di governo “incrina” la compattezza della maggioranza. Casus belli il comunicato “congiunto” di Palazzo Chigi sulle armi italiane a Kiev. Nel testo ufficiale si parla di totale sintonia “relativamente alla guerra in Ucraina” mentre la Lega, in un suo testo, pone l’accento sulla contrarietà “ad ogni ipotesi di interventi militari fuori dai confini ucraini”.
Appena quindici minuti – il tempo della sfuriata di Giorgia Meloni – e il Carroccio corregge il testo “allineandosi” a quello di Palazzo Chigi.
Come un bambino scoperto a rubare la marmellata il partito di Salvini parla di errore “dovuto alla fretta” spiegando che “non c’è nessun tipo di scontro”.
Solo che non abbiamo l’anello al naso. Anche in questa occasione il segretario leghista ha voluto marcare – sia pure per una manciata di minuti – la propria “diversità”.
Perché allora il comunicato della Lega, quando sarebbe stato sufficiente – come sempre – il testo congiunto del governo?
Andreotti… docet

PdA

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