Beaumont sur Mer
“Il mondo, in sé, non è ragionevole: è tutto ciò che si può dire. Ma ciò che è assurdo, è il confronto di questo irrazionale con il desiderio violento di chiarezza. L’assurdo dipende tanto dall’uomo quanto dal mondo, ed è, per il momento, il loro solo legame”. Albert Camus.
I momenti più duri li passo insieme ad alcuni scritti di Jean Paul Sartre: ““Quando i ricchi si fanno la guerra tra loro, sono i poveri a morire.” Per poi aggiungere: “Non c’è nessuna via d’uscita.” Non puoi essere un vagabondo e un artista ed essere ancora un cittadino solido, un uomo sano e onesto. Vuoi ubriacarti, quindi devi accettare i postumi della sbornia. Dici di sì alla luce del sole e alle fantasie, quindi devi dire di sì alla sporcizia e alla nausea.
Saltuariamente desidero ascoltare la musica invece del rumore, la gioia invece del piacere, l’emozione invece dell’oro, il lavoro creativo invece degli affari, la passione invece dell’indulgenza. Tutto questo non trova ospitalità in questo nostro mediocre mondo. Innumerevoli volte, anche negli scritti e nelle conversazioni verbali, abbiamo esaltato l’uomo armonioso, il saggio, l’uomo felice, l’uomo illuminato. Di conseguenza, il mio dolce sonno svanisce e l’incubo s’impossessa delle mie notti.
Le parole cessano di significare e l’impulso passionale esplode in mille vertiginose rappresentazioni come un fuoco d’artificio in una notte senza luna. Il desiderio erutta in delirio. In così mirabile delirio, alla fine, si riconosce un fulcro lucido e immutabile: la certezza che un solo sentimento costituisce il senso della vita. Avendo questa certezza, se ne annuncia un’altra: che non siamo tanto amati, e non amiamo mai abbastanza qualcuno. Questa è la vera oscenità: non poter vivere fino in fondo i nostri desideri più reconditi. Tuttavia, afferma Hermann Hesse: “L’amore può essere supplicato, comprato o ricevuto in dono, lo si può trovare per strada, ma non lo si può maciullare”.
Alcuni dicono che sono arrendevole, e altre stronzate del genere. Non sanno che ho un dardo nell’animo. Lo stesso Hesse, in alcune circostanze, fa capolino nei miei pensieri: “L’amore non si può né pregare, né esigere. L’amore deve avere la forza di attingere alle proprie certezze. Solo così, forse, non sarà trascinato, ma trascinerà”.
Molte persone non sanno che vivo in uno spazio vuoto protetto solo da un velo di seta. Sembra che non si siano resi conto che sono diventato un idiota. Ma io so, che lo sono! Sempre più spesso mi ritrovo in ginocchio e cercare una formica o uno scarafaggio con cui parlare.
Quando mi stanco di parlare allo specchio, prendo il cellulare e faccio finta di parlarci dentro. L’energia che mi muove non la definirei una vera e propria malattia. Non compare nei manuali di Psichiatria. Piuttosto è la sofferenza che si agita, e spesso finisce per finire viene davanti a uno strizzacervelli.
“Ciò che conta è tutto dentro di noi. Da fuori nessuno ci può aiutare. Non essere in guerra con sé stessi, vivere d’amore e d’accordo con se stessi: allora tutto diventa possibile. Non solo camminare su una fune, ma anche volare.” Hermann Hesse.
È inutile cercare un antidoto. Una spinta emotiva che ci rappresenta ma non può essere controllata, ridotta e spiegata sulla base di valori chimici, molecole e cellule perché, ‘sfortunatamente’, siamo molto più complessi. Ci sono persone che nascono nel momento meno opportuno, nella famiglia ‘inadatta’, nella tradizione sbagliata. Non eremiti indotti, ma esuli volontari.
In questi ultimi giorni ho scoperto che neanche quest’ultimo desiderio, a volte, è concesso.
Gigino A Pellegrini