Beaumont sur Mer
Per me non si va ne la città dolente,
per me non si va ne l’eterno dolore
per me non si va tra la perduta gente.
Queste parole di colore oscuro vid’io.
Parole forti e tetre che colpiscono l’anima di chi legge. Insomma, un duro ammonimento che lascia spazio solo ad un dolore e ad una paura. Un luogo figurato che dovrebbe diventare celebre in tutto il mondo. Un posto così, vicino all’immaginario comune, si trova nel deserto del Karakum, in Turkmenistan, a circa 260 km a nord da Ashgabat.
Questo è il cerchio dei miserabili come me. In questa zona c’è un cratere artificiale formatosi qualche millennio fa, in cui le fiamme, divampano ancora. I locali e i viaggiatori la chiamano appunto “La porta agli Inferi” o “I cancelli dell’Inferno”. In questo luogo storia e leggenda si confondono, così come anche scienza e superstizione: perfino Galileo Galilei, al termine di lunghi studi sul territorio e complessi calcoli matematici, affermò che senza dubbio, là si trova la porta dell’Inferno.
Un caldo mattino di fine Giugno, mi sono recato presso la ASP, Distretto Tirreno di Amantea per essere visitato da una Nefrologa molto competente che, alla fine della visita, mi ha prescritto una “Ecografia Renale”. Qui ha avuto inizio il mio viaggio terribile e angoscioso. La prima sorpresa è stata quella di scoprire che in questo Distretto, dove c’è un buon reparto di Emodialisi, non si effettuano ecografie renali. Allo sportello del CUP situato nella stessa struttura del Distretto, mi è stato consegnata la prenotazione per tale “ecografia renale” da effettuarsi presso l’ANMI di Corigliano Scalo.
Di primo mattino, ore 7, insieme mio cugino Saverio siamo partiti in macchina per affrontare i 140 chilometri che separano Amantea da Corigliano scalo. La temperatura, già all’alba era di circa 34 gradi con una umidita che sfiorava l’80%. L’indirizzo era sbagliato e così ci siamo fatti un bel tour fra Rossano- Corigliano centro e finalmente Corigliano scalo.
Alle 10 e 30 siamo riusciti a trovare il Centro diagnostico SRL (chiaramente una struttura privata convenzionata). Finalmente alle 11:25 riesco a consegnare la richiesta ad una delle signorine che stavano dietro un bancone. Mi ero appena seduto nella sala di attesa, quando la stessa signorina mi riconvocava al bancone per comunicarmi che sul foglio bianco del CUP l’esame richiesto non coincideva con la richiesta della Nefrologa di Amantea.
Risultato finale: si sono rifiutati di farmi l’ecografia renale. Tutte vane le mie richieste e proteste per questo loro atteggiamento scellerato, legato alla loro mancanza di conoscenze e di educazione, incluso la mia richiesta di voler parlare con il responsabile della struttura.
Per chiudere l’incubo in bellezza, alle ore 12 con una temperatura di circa 40 gradi all’ombra ci siamo visti costretti, da perfetti miserabili che siamo, a tornare ad Amantea alle 14 dove aver percorso complessivamente 330 chilometri!
Tanti miserabili come me stavano dritti pregando di essere traghettati e allungavano le mani per il desiderio di andare sull’altra sponda.
Il barcaiolo…., i miserabili li spingeva lontano, a malo modo
Io allora, meravigliato e turbato dal tumulto chiesi:
“Dimmi oh barcaiolo, che fa la folla sulla spiaggia?
Che vogliono le anime? E per quale differenza alcune
lasciano la riva, le altre solcano con le barche le acque scure di Ulisse?”.
Gigino A Pellegrini