DAL PIZZO DI STATO A “NON ABBIAMO L’ANELLO AL NASO”
“Guardate che non abbiamo l’anello al naso”. Il viceministro dell’Economia Maurizo Leo, fedelissimo di Giorgia Meloni e uno dei pochi competenti di questo governo, scopre che in Italia le tasse le pagano solo i pensionati e i lavoratori a reddito fisso.
Incaricato di lanciare la campagna per il concordato preventivo che dovrebbe finanziare la prossima legge di bilancio, si accorge che in cassa non c’è un euro ed allora invita quelli che il fisco lo possono evadere – perché senza controlli – a mettersi “gradualmente a posto”.
Come cambia la narrazione quando devi far quadrare i conti e i liberi professionisti, i gioiellieri, i balneari (per fare qualche esempio) non ti aiutano!
Sembrano passati anni luce quando nella scorsa primavera, a Catania, Giorgia Meloni definiva le tasse al piccolo commerciante come un “pizzo di Stato”, paragonando di fatto il sistema tributario all’estorsione mafiosa.
Ma era da capire, poverina! Da pochi mesi era arrivata a Palazzo Chigi, era frastornata, e doveva ringraziare ancora quanti alle elezioni avevano creduto alle promesse della sua propaganda e l’avevano votata.
Oggi però è passato più di un anno e il governo, con l’acqua alla gola, non fa più credito e ha deciso di… passare all’incasso. Ovviamente non da mafioso ma come segnale di legalità e di giustizia per tutti.
Evidentemente vale anche per la Premier quello che nel 1960 diceva il maestro Alberto Manzi: “non è mai troppo tardi”!
PdA