Beaumont sur Mer grazie 😘
Ulisse incitava i compagni di viaggio al “desiderio del mare aperto”, non indugiava sulla monotonia del particolare slegato dal desiderio di andare per mare. Antoine de Saint Exupery nella Cittadella scriveva: “Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini. Ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito”.
Al tempo B avrà avuto circa 14 anni, esisteva un sottoscala, poco lontano dalla casa materna, dove diritti e dignità si erano fermati. Qui di tanto in tanto era costretto a vivere B, tra topi e nessuna assistenza. La sua storia, l’ha rinarrata lo stesso B pochi giorni fa, ad un mio amico palestinese, mentre se ne stavano sdraiati sulla battigia del mare di Ulisse, prima della partenza di Tarik, per il Medio-Oriente.
Una situazione incredibile perché a B mancava tutto. Un bagno che potesse definirsi tale; di giorno usava una fogna, di notte, utilizzava invece un secchio per i suoi bisogni. In quelle condizioni viveva B qualche anno fa; ogni qualvolta veniva cacciato, dalla casa materna, dal padre. Da allora B cominciò a concepire la sua andata via dal posto che lo vide nascere. Anche i suoi progetti più semplici diventarono un sogno che s’infrangeva quando cominciava a pianificare le spese.
Il giovane calabrese conosceva a menadito i costi di ogni suo progetto e illustrava tutte le possibilità di futuro che negli ultimi anni aveva valutato, soppesando ogni dettaglio. Andare all’università, frequentare un corso professionale, spostarsi in un’altra città per cercare lavoro. Nel frattempo, passava le sue giornate a fare progetti e a stimare quanto potrebbero costare; era come spostare dei mobili ingombranti in uno spazio troppo piccolo, sperando di trovare il modo di farli entrare.
Come tutte le persone che vivevano grandi e gravi difficoltà, non era certamente nato in quelle condizioni. Un tempo era un giovane, non certo povero. Eppure B raccontava in giro di essere stato cacciato di casa perché non ritenuto omologabile. Negli anni sarebbe stato vittima di maltrattamenti tra le mura domestiche, arrivando a sporgere anche denuncia alle forze dell’ordine. Nessuno, prima della sua denuncia si era occupato della sua situazione.
Allora, non c’erano gli assistenti sociali, raccontava, ma viveva ancora lì, in quel sottoscala dove probabilmente neanche i topi vorrebbero stare. “Il mio unico amico era un topo”, raccontava G, “Lo chiamavo Caciocavallo”. E forse, era stato proprio quel topo, suo unico amico, ad averlo morso sulla guancia, durante il sonno.
C’è qualcosa, in questo retrogrado e poco motivante mondo, che proprio non mi va. Qualcosa che gira male, qualcosa che impedisce lo sviluppo e la crescita positiva dei più giovani. Qualcosa che genera una preoccupante demotivazione. Qualcosa che favorisce un frustrante sistema anti-uomo.
Vi vedrete costretti ad abbracciare un uomo scimmia
In questo momento lo so, in questo momento capisco
Preferite vedermi scimmia.
Ora lo so, in questo momento capisco.
Dovevo trasformarmi in scimmia.
in contrasto con il pallido blu del cielo.
Pensavo alle creature che popolano il mare
cavallucci marini e pesci luna,
brillanti gemme di saggezza….
Una svolazzante e spensierata brezza
avrebbe dovuto rasserenarmi.
Gigino A Pellegrini