Quisquilie e Pinzillacchere ma… non solo 46

EUROPEE: MELONI VINCE MA GLI ITALIANI DISERTANO LE URNE

Il voto europeo richiede due o tre considerazioni. Nessun dubbio sul successo di Giorgia Meloni che, soprattutto nelle ultime settimane, si è spesa in prima persona più per lei che per la coalizione di governo, con presenze di carattere elettorale e “manchette” annunciate ma da elargire quando in cassa ci sarà qualche soldino. Cioè…probabilmente mai.
E l’idea di una candidatura “specchietto” della Premier in tutte e cinque le circoscrizioni è servita a mobilitare quella massa fideistica di elettori che l’ha votata pur sapendo che la loro leader, di quelle preferenze, se ne sarebbe fregata per “fare bottino” ma poi tornarsene a Palazzo Chigi.
I tanti voti ricevuti infatti le sono serviti in chiave interna per “regolare” i conti con qualche Alleato un po’ troppo “vivace” e all’estero per “bollinare” una sua maggiore credibilità. E lo vedremo già nel prossimo G7 in Puglia.
Tutto bene, quindi? Non si direbbe visto che – in controtendenza ad altri Paesi – si è recata alle urne meno della metà degli italiani. E qui sorge un interrogativo. Chi ha “marcato” visita? Certamente non gli elettori di Giorgia che, numerosi, hanno raccolto l’invito della Premier che ha chiesto loro di… aiutarla.
Ne consegue che, se solo una parte dei non votanti non avesse disertato le urne, è probabile che il risultato sarebbe stato diverso!

Al successo di Giorgia fa da controcanto quello del PD della Schlein che da oggi dovrà ingegnarsi a trovare Alleati fidati per costruire una necessaria e duratura alternativa alla Destra-Destra partendo, per esempio, da chi il territorio lo conosce bene come gli amministratori locali e i sindaci in prima linea.
Ecco, in prospettiva il PD dovrà caratterizzarsi proprio come un Partito “di periferia”, in ascolto dei tanti problemi della gente spesso ignorati dalla “grande” Politica. E’ lì che il Partito dovrà lavorare per convincere chi non ha votato a tornare alle urne.
Si è trattato di una brutta campagna elettorale, la più brutta, dove i problemi dell’Europa sono rimasti in penombra , sovrastati in qualcuno dall’ossessione del consenso. E qui la Premier ha dato un pessimo esempio.
Ma altri non sono stati da meno come Matteo Salvini “salvato” da un pericoloso flop da un personaggio come il generale Vannacci, del tutto estraneo alla storia della Lega, e che ha spinto il padre “storico” Umberto Bossi a votare per Forza Italia.
“Drogato” in qualche modo anche il risultato del “duo” Bonelli-Fratoianni che hanno ospitato nella loro lista Ilaria Salis. Per carità, una decisione che fa loro onore. Ma è indubbio che la candidatura è risultata molto attrattiva per coloro che , mandandola in Europa, l’hanno voluto “sottrarre” alle prepotenze del regime di Viktor Orban.
Domani è un altro giorno con Giorgia più forte e un PD al suo inseguimento. E i problemi del Paese? Qualcuno se ne vorrà occupare?

PdA

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