IL LEGHISTA BORGHI? UN… CARNEADE
Claudio Borghi ha scelto la festa della Repubblica, a pochi giorni dalle elezioni europee, per farsi notare. E cosa ha fatto questo… soldatino della Lega? Ha chiesto le dimissioni di Sergio Mattarella. Un Presidente amato dal popolo che, quando avrà concluso il suo secondo mandato, continuerà comunque ad essere presente nella memoria degli Italiani e sui manuali di politica.
Di Borghi, purtroppo per lui, solo l’anonimato. Un… Carneade, s’interrogherebbe Don Abbondio, anche se, in questa cosiddetta seconda Repubblica, si troverebbe comunque in buona compagnia. Molti infatti sono gli ignoranti partoriti negli ultimi trent’anni ed entrati in Parlamento.
Ma questo Borghi ricorda che tra gli elettori dell’attuale Capo dello Stato c’è stato anche il suo Partito? Ed ha mai letto la Costituzione che all’art.11 stabilisce che “l’Italia consente…alle limitazioni di sovranità necessarie a un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia” e che “promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”?
E’ su queste basi che siamo entrati in Europa con una presenza che negli anni si è tradotta in cessioni di quote di sovranità decise liberamente, in particolare con la creazione e l’armonizzazione delle gestione economica e monetaria.
Ma l’ostracismo della Lega alla festa del 2 giugno e a Mattarella non sono una novità. Basti ricordare quando twittavano “niente da festeggiare” e Salvini proponeva di cedere “due Mattarella per mezzo Putin”.
E cosa dice Borghi del fatto che il suo segretario, per diventare vice Premier, ha giurato fedeltà alla Repubblica e all’architettura normativa che definisce la nostra partecipazione all’Unione europea?
Forse sarebbe stato più coerente invitare alle dimissioni proprio Salvini: un vice premier che tradisce la promessa fatta in giorno dell’insediamento del Governo non può restare al suo posto.
A meno che a far peccato… – e questa è l’ipotesi di un certo Andreotti che Borghi ovviamente non conosce – l’intenzione fosse invece quella di creare un problema alla Premier che si è vista costretta infatti a telefonare all’…Alleato per chiedergli di smentire il suo soldatino.
E qui si apre un problema politico perché Giorgia Meloni ha telefonato, sì, a Salvini ma si è guardata bene dal commentare l’uscita del pretoriano leghista, né ne ha preso le distanze. Verrebbe da chiederle sommessamente e non urlando, come lei ha fatto con la Schlein, se le condivide…
Tutto per conquistare, in campagna elettorale, un po’ di altro consenso? E’ difficile crederlo, anche se alla stupidità umana non c’è mai un limite.
PdA