EUROPEE: PD IN TOTALE CONFUSIONE
E’ oltre un anno che Elly Schlein si è presa la guida del PD ma non si avvertono cambiamenti significativi. “Imposta” dagli Esterni contro le scelte interne, sembra che “chi conta” preferisca farla cuocere nel suo brodo.
Goffredo Bettini, per esempio, avverte per la Segretaria il rischio di una “gestione solitaria, costretta a trovare un compromesso con i dirigenti forti sul territorio”. Una “solitudine” toccata con mano quando la Segretaria si sarebbe voluta candidare in tutte le circoscrizioni ed ha dovuto fare marcia indietro di fronte al “no” del Partito.
Massimo Cacciari è ancora più duro dicendo di votare PD oramai solo “per inerzia” e vede la Schlein troppo fragile accusandola di “sdraiarsi” sulla Meloni. Come dargli torto? Le vicende di questo “nuovo corso” sembrano vadano proprio in questa direzione.
Perché – per non dare ragione all’autorevole professore – nessuno della segreteria ha suggerito alla Schlein di lasciare per un giorno i vari impegni elettorali e di prendere immediatamente l’aereo per Palermo, senza avvertire la stampa per non essere accusata di sciacallaggio elettorale, e recarsi nel cantiere dove sono morti cinque operai? E, invece, di non partecipare di persona ai funerali quando ministri e sottosegretari si metteranno in bella mostra con discorsi scontati che si sono troppe volte sentiti e che non hanno poi avuto alcun seguito.
Le morti sul lavoro sono una tragedia che si trascina ormai da troppi anni ed anche la testimonianza visiva del Segretario del Maggiore Partito di opposizione – non ai funerali ma suo luogo dove i cinque operai sono morti – potrebbe servire a scuotere l’inerzia del Governo.
La Segretaria del Nazareno non ha mai preso una sua iniziativa, tranne che sul salario minimo, facendosi quasi sempre “dettare” l’agenda dalla Presidente del Consiglio.
Prendiamo il tanto sbandierato “faccia a faccia” televisivo in vista delle elezioni europee. Bene. Da quando la Meloni ha accettato la sfida, la gestione del confronto è stata lasciata tutta in mano ai suoi collaboratori che vogliono che il confronto avvenga al Tg1, “arbitro” Bruno Vespa. Sarebbe come andare nella tana del lupo! Ma come, tu proponi l’incontro e te lo lasci gestire all’avversario?
Per sincerarsi della “terzietà” del Gran Giambellano della Rai, qualche collaboratore della Schlein è andato a rivedersi alcune registrazioni? E’ chiaro che Giorgia non accetterà mai la7 con Enrico Mentana. Ma una soluzione a mezza strada non è possibile trovarla o gli “ambasciatori” del Nazareno non hanno la forza, non dico di “imporla” ma almeno di chiederla?
Sui giornali non sarebbe male leggere la “levata di scudi” di chi non vuole sottomettersi alle pretese della Premier. Poi si soccomberà ma la Schlein apparirebbe come una vittima che, pur di confrontarsi con la Ducetta sulla “latitanza” del governo per i tanti problemi del Paese, si piega ai suoi diktat.
Perché, non tenere il confronto su un’altra rete sempre della Rai, per esempio il Tg3, ma moderato dal direttore o da un giornalista esterno come Paolo Mieli?
E’ una proposta, ma se ne potrebbero fare tante altre. Importante è che la sfida preelettorale tenga fuori un personaggio come Vespa!
Una domanda infine che gli emissari della Schlein dovrebbero fare a quelli della Meloni: il confronto è tra due segretari o tra un segretario politico e la Presidente del Consiglio? Dalla risposta si capirebbe tutto.
PdA