Quisquilie e pinzillacchere ma… non solo 25

25 APRLE: IPOCRISIA DI MELONI E LA RUSSA ALL’ALTARE DELLA PATRIA

Verissimo che Giorgia Meloni e Ignazio Benito La Russa non sono vissuti negli anni del fascismo ma è altrettanto vero che Premier e Presidente del Senato si sono “riscaldati” in anni passati all’ombra di quella fiamma tricolore che ha troneggiato nei simboli del MSI di Giorgio Almirante, dopo di AN e, ancora oggi, di Fratelli d’Italia.
Un simbolo che ha vissuto diverse rivisitazioni ma che ha sempre mantenuta “viva” la fiamma tricolore. Fin da 1946 quando Giorgio Almirante fondò un partito, che raccoglieva l’eredità dei reduci di Salò e di ex esponenti del regime fascista, e che alla vigilia delle elezioni del 1953 sollecitava il Parlamento a   “cancellare  il 25 aprile dal novero delle festività nazionali”.
Non avranno vissuto nel ventennio ma, quella fiamma, Meloni e La Russa non hanno mai rinnegata, con il Presidente del Senato che, addirittura, va orgoglioso di un busto di Mussolini lasciatogli dal padre.
“Eredi” di un tale pedigree della “famiglia politica” di origine, la Premier e il Presidente del Senato farebbero bene dall’astenersi dal presenziare alle cerimonie per il 25 aprile quando si festeggia il ritorno degli italiani alla libertà. Libertà che nazismo e fascismo per anni hanno coartato. Anche perché in varie circostanze si sono sempre ben guardati dal dirsi antifascisti.
Se così è perché l’ipocrisia di accompagnare il Capo dello Stato all’altare della Patria? Lo richiede il Cerimoniale? Pazienza, in questi due anni si sono lasciati andare a “Protocolli” non sempre rispettati.  Anzi sarebbe un atto di coerenza con le loro idee, del resto mai rinnegate.
Il Ministro Sangiuliano dice che “il 25 aprile è di tutti” per cui “è inutile dire ogni giorno di essere antifascisti”.
Allora, se “è inutile”, perché non dirlo almeno una volta, una volta per tutte? In fondo, per le  dichiarazioni “inutili” siamo vaccinati. 
La verità è che né Meloni, né Ignazio Benito La Russa, né molti militanti di Fratelli d’Italia, quel legame, non vogliono recidere.
PdA

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