Quisquilie e pinzillacchere ma … non solo 20


SUPERBONUS DEVASTANTE, MA PERCHE’ NON E’ STATO ABOLITO?
La narrazione meloniana del “tutto va bene”, al momento di mettere nero su bianco il DEF, si è inceppata. La curva del debito torna a salire con gli obiettivi programmatici rinviati ma la scusa è pronta: tutta colpa del superbonus voluto dal governo Conte al tempo del Covid.
Eppure quella misura, quando tutta l’Italia era in ginocchio, le fabbriche chiuse e gli operai in cassa integrazione, è servita a dare un qualche respiro all’economia e salvare posti di lavoro. Tanto è vero che tutti, anche se erano ipotizzabili abusi, erano d’accordo, anche Giorgia Meloni allora all’opposizione, e Matteo Salvini leader di quel Giorgetti che oggi ci dice che la misura è “devastante”.
Non solo ma a Draghi, che l’avrebbe voluta ridimensionare, Fratelli d’Italia e Lega si unirono a quanti la ritenevano invece necessaria ed erano favorevoli a prolungarla.
Ma, essendosi rivelata negativa per l’impatto sui conti pubblici, come ci dice oggi il Governo, perché non è stata subito abolita dopo la vittoria elettorale della Destra? Forse perché impopolare per chi per la prima volta entrava a Palazzo Chigi.
E allora Giorgetti la smetta di perpetuare l’alibi del superbonus. I conti in rosso sono tutta responsabilità di un governo modesto che “regna” da oltre un anno e mezzo e in economia non sa a chi santo votarsi.

MENO MALE CHE SILVIO C’E’, ANCHE SE… IN FRANCOBOLLO
Gli italiani sono proprio fortunati perché il Governo della Destra pensa a tutte le “priorità” di questo Paese. La sanità è al collasso, ma la colpa è di chi c’era prima; i giovani, quelli che possono, vanno a lavorare all’estero; la scuola è a pezzi, peccato che all’Istruzione non sia andato Salvini. E chi più ne ha, più ne metta!
Ma gli orfani di “meno male che Silvio c’è” – e sono tanti visto che la Destra è al governo – almeno hanno il loro… francobollo. Non è una fake news.
Il governo di Giorgia Meloni, andata a Palazzo Chigi anche con i voti del Cavaliere, ha pensato bene di bruciare i tempi e di “onorarlo” proprio con un francobollo come “giusto riconoscimento ad un grande italiano”. Peccato che bisognerà “slinguettare” un po’. Ma questo le Olgettine se lo ricordano bene e non si… tireranno indietro.
Pazienza se Berlusconi si troverà in compagnia di un Giacomo Matteotti o di un Guglielmo Marconi. Saranno… superiori e capiranno!

PAR CONDICIO, SI VOTA E SERVE SPAZIO PER LE FAKE NEWS
Le vignette del primo centrosinistra rappresentavano il PSI “attovagliato” ad una tavola imbandita abbuffarsi mangiando con le mani e con il tovagliolo stretto al collo mentre i DC avevano forchetta, coltello e una salvietta poggiata sulle gambe. Era il 4 dicembre 1963. Oggi, con le elezioni alle porte, la Destra non è da meno e vota una “Impar condicio” cucita a misura della Meloni e di ministri come Tajani, che comprime la voce dell’opposizione e allarga gli spazi della maggioranza non conteggiando fra questi il governo. Tre reti rai e tre di Mediaset non bastano alla Ducetta!

PdA

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