Quisquilie e pinzillacchere ma… non solo 7

MELONI: DAL “PIZZO DI STATO” ALL’OCCHIOLINO AGLI EVASORI

Passate le ansie post Abruzzo Giorgia Meloni mette nel mirino, non tanto le regionali in Basilicata, quanto le Europee del 9 giugno “studiando” qualche altra mancia elettorale.
Era il maggio dello scorso anno quando la Premier parlò in Sicilia di “pizzo di stato” ed ora ci assicura che lei “non dirà mai che le tasse sono bellissime”. Come si dice, il lupo perde il pelo ma non il vizio!
Bellissime forse no, ma necessarie sì per mandare avanti la macchina dello Stato con una migliore sanità, scuole più sicure ed efficienti, insegnanti meglio pagati, giovani che non siano costretti a fuggire all’estero. Ma anche per pagare le centinaia di viaggi che la Presidente del Consiglio e il suo governo hanno fatto e continueranno a fare in Italia e nell’ “urbe terraqueo”.
Quando Meloni, per il timore che dopo la Sardegna le urne le dessero un nuovo schiaffone, ha ordinato a più di mezzo governo di battere a tappeto le terre abruzzesi, chi ha pagato le trasferte? Via della Scrofa o Palazzo Chigi?
Di bassa lega quindi l’ironia sulla battuta nel 2007 dell’allora ministro delle finanze Tommaso Padoa Schioppa che nelle tasse vedeva un modo civilissimo di contribuire tutti insieme alle necessità del Paese. Un Maestro che la Ducetta in gioventù avrebbe fatto bene a frequentare invece dei… fascistelli di Colle Oppio! Ma la ragazzotta della Garbatella, evidentemente, ha preferito un altro “maestro”, Silvio Berlusconi imparando da lui che denunciare uno Stato che “mette le mani in tasca ai cittadini” elettoralmente rende e che “non dobbiamo vessare le imprese” non “disturbando” chi produce ricchezza. Appuntamento… al 9 giugno!

PdA

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