RICORDANDO FRANCO DE SALVO

Beaumont sur Mer – In una fiaba Italo Calvino scriveva: “Un giorno, un giovane disse: – A me questa storia che tutti devono morire mi piace poco: voglio andare a cercare il paese dove non si muore mai.
Saluta padre, madre, zii e cugini, e parte. Cammina giorni, cammina mesi, e a tutti quelli che incontrava domandava se sapevano insegnargli il posto dove non si muore mai: ma nessuno lo sapeva. Un giorno incontrò un vecchio, con una barba bianca fino al petto, che spingeva una carriola carica di pietre. Gli domandò – Sapete insegnarmi dov’è il posto in cui non si muore mai?”
Nella vita, spesso temiamo il peggio: la morte di un genitore, di un fratello, del coniuge o di un figlio. Accettiamo che se dovesse verificarsi una morte del genere, sarà il momento più difficile e sconvolgente della nostra vita. Cerchiamo di non immaginare come sarebbe per noi la morte di un caro amico. Non è un’esperienza che possiamo comprendere finché non accade. E poi il dolore può sopraffarci in modo così grande che non sappiamo nemmeno cosa fare. Qualsiasi perdita può causare dolore, ma il dolore derivante dalla perdita di un migliore amico può essere particolarmente devastante.
Siamo diventati amici e abbiamo coltivato quell’amicizia nel tempo, perché per me era significativa. Quindi, l’aspettativa di “superare” rapidamente questa perdita invalida completamente il mio vero dolore. Dire addio è il destino di tutta l’umanità. Dire addio a Te, caro Franco è stato molto duro.
Il mondo è fatto di continue assenze e le mani che allora afferrarono il cordiale saluto, quelle nostre mani vennero condannate a unirsi per l’ultima volta, quando le labbra tremanti pronunciarono la parola: Addio.
Gigino Adriano Pellegrini

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