NESSUN TITOLO

“Tutta la propaganda di guerra, tutte le urla, le bugie e l’odio provengono invariabilmente da persone che non combattono.”
Mai come in questi ultimi mesi con la guerra tra Russia e Ucraina e il genocidio dei Palestinesi che si sta portando a termine nella Striscia di Gaza, le parole di Orwell risultano dannatamente attuali. Una guerra che si sta combattendo anche sui social, in cui tutti dicono la loro, al sicuro dietro i loro schermi.
Più di 30.000 palestinesi sono stati uccisi a Gaza dal 7 ottobre, dopo che un attacco mortale di Hamas ha “spinto” Israele a dichiarare guerra e ad avviare un’offensiva militare lungo la striscia di terra densamente popolata, che più di 2 milioni di persone chiamano casa.
Da allora Israele ha accettato di attuare pause “umanitarie” giornaliere di 4 ore nel nord di Gaza, dopo l’insistenza “dell’amico” presidente americano Biden. Ciononostante, molti leader internazionali hanno espresso la rituale “preoccupazione per i civili coinvolti nel fuoco incrociato della cosiddetta guerra.
Tutto questo è stato sufficiente per spingere Craig Mokhiber, direttore dell’Ufficio di New York dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, a dimettersi per il “fallimento” dell’organizzazione nell’agire contro quello che lui ha definito “un caso di genocidio da manuale”.
L’ONU definisce il genocidio come “qualsiasi dei seguenti atti commessi con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso in quanto tale”. Gli atti includono “l’uccisione di membri del gruppo, il cagionare gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo, l’infliggere deliberatamente al gruppo condizioni di vita intese a provocarne la distruzione fisica totale o parziale”.
Questo, Israele dovrebbe conoscerlo bene dopo che 6 milioni di Ebrei vennero uccisi dalla Germania nazista. “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare”. Bertold Brecht
Le azioni di Israele nella Striscia di Gaza rientrano nella definizione di genocidio poiché sta “chiaramente commettendo tre dei cinque atti genocidi previsti dai trattati internazionali”.
In un’intervista a Anadolu, Elborno, l’avvocatessa palestinese-americana, ha affermato che Israele deve essere ritenuto responsabile “per i suoi crimini questa volta”. Se Israele non viene riconosciuto è ritenuto responsabile dei suoi crimini… allora cosa ci dice questo, non solo nel quadro del diritto internazionale, che è stato sviluppato dopo la seconda guerra mondiale allo scopo di prevenire e sanzionare il genocidio.
Giorgia Meloni fa orecchie da mercante e, durante una conversazione telefonica con il premier dello Stato d’Israele Benjamin Netanyahu, ha ribadito la piena solidarietà del governo italiano per gli attacchi subiti e la vicinanza ai familiari delle vittime, agli ostaggi e ai feriti. “Il governo italiano lavorerà con i partner internazionali per coordinare il sostegno. L’Italia – informa una nota – “è al fianco del popolo israeliano in questo difficile momento.” C’è da restare allibiti, considerati gli oltre 15 mila bambini palestinesi trucidati.
Nessun Paese dell’Unione europea si è unito alla causa intentata alla Corte di giustizia internazionale dal Sudafrica contro Israele con l’accusa di genocidio.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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