I DRACULA DELL’UMANITA’

Nel mezzo secolo passato il filosofo Noam Chomsky mi ha sempre stimolato a guardare quel che tutti abbiamo davanti agli occhi ma rifiutiamo di vedere, assuefatti al “discorso ufficiale” e prigionieri di una “memoria autorizzata” che troppo dimentica.
Con la sua competenza di osservatore e attivista, impegnato da più di cinquant’anni nello studio dei “sistemi di potere” e nella denuncia dei crimini perpetrati dai “padroni dell’umanità”, Chomsky ci ha fatto da guida sul modo di agire di chi governa il mondo. La logica persuasiva del suo discorso non conduce tuttavia alla disperazione e alla resa, bensì a un appello: perché resta saldissima la convinzione che ognuno di noi possa, debba fare qualcosa per cambiare il destino di tutti. Ma in fretta: il tempo sta per scadere.
Dal 1954 e una sola volta all’anno, un gruppo ristretto di persone si ritroverebbe per decidere segretamente il futuro politico ed economico dell’umanità. Nessun giornalista ha mai avuto accesso alle riunioni che fino a poco tempo fa si sono svolte presso l’Hotel Bilderberg di una piccola cittadina olandese. Nessuna notizia è mai filtrata da quelle stanze, anche se sarebbe durante questi incontri che verrebbero prese le decisioni più rilevanti per il futuro di tutti noi. Questo sarebbe il risultato di un’indagine serrata e pericolosa durata oltre 15 anni, di Daniel Estulin, uno scrittore lituano.
Secondo Daniel Estulin, la guerra globale contro il terrorismo viene spacciata per “scontro di civiltà”, per un conflitto tra valori e religioni, mentre in realtà risponde a spudorati obiettivi strategici ed economici. Sempre secondo lo scrittore lituano Estolin, si starebbe creando un nuovo ordine in cui i vincitori saranno la geografia e il denaro. “Perché oggi è la geografia a presiedere alle decisioni economiche. La geografia è quindi il primo indicatore da seguire per capire la politica.”
Nel libro “La storia segreta dei padroni del mondo”, sempre di Estulin, si legge: “Chi controlla il denaro non accetterebbe mai di perdere il controllo su tutto il resto. I soldi vivono di logiche proprie: questa è la regola numero uno del potere assoluto. Piuttosto che gettare la maschera, l’élite preferisce abbassare la saracinesca del sistema, pur di salvare i propri privilegi e tutelare il sistema monetario internazionale.”
Questa sua opera sembra interpretare il pensiero del Club Bilderberg. Le riunioni annuali dei potenti della Terra non sono un mistero, ma il loro contenuto sì. ll successo di quel loro primo incontro nel 54 spinse gli organizzatori a pianificare delle conferenze annuali. Fu istituita una commissione permanente con il polacco Józef Retinger nel ruolo di segretario permanente. Alla morte di Retinger divenne segretario l’economista olandese Ernst van der Beugel.
Si racconta che ogni anno, tra 120 e 150 personalità di diversi paesi si incontrano in un posto nel mondo tra imponenti misure di sicurezza e una riservatezza che crea un’aura di mistero. Contribuisce a questa fama il fatto che ciò che viene detto è segreto.
I partecipanti sono vincolati alla regola del silenzio: non possono rivelare neppure l’identità dei relatori che hanno fornito loro determinate informazioni. il magistrato Ferdinando Imposimato, presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione (deceduto nel 2018), riassumeva come segue il risultato delle indagini effettuate: “Il gruppo Bilderberg è uno dei responsabili della strategia della tensione e quindi anche delle stragi a partire da quella di Piazza Fontana, di concerto con la CIA e i servizi segreti italiani, con Gladio e i gruppi neofascisti, con la P2 e le loggie massoniche Usa nelle basi Nato.
Gli antichi Greci – è vero – non possedevano la nozione moderna dei diritti umani, dell’ambiente da difendere. Avevano la cittadinanza solo i figli di madre e padre ateniesi e partecipavano alla vita politica solo gli uomini adulti, liberi e cittadini. Però avevano l’idea dell’importanza del contesto che li circondava. Un esempio in questo senso è senz’altro la descrizione, contenuta nel XVIII Canto dell’Iliade, dello scudo di Achille, realizzato da Efesto. Uno scudo bellissimo, decorato con varie scene.
“E fece per primo uno scudo grande e pesante, ornandolo dappertutto; un orlo vi fece, lucido, triplo, scintillante, e una tracolla d’argento. Erano cinque le zone dello scudo, e in esso fece molti ornamenti coi suoi sapienti pensieri. Vi fece la terra, il cielo e il mare, l’infaticabile sole e la luna piena, e tutti quanti i segni che incoronano il cielo…”

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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