Spifferi di palazzo 38

BOSSI BOCCIA LA LEGA DI ESTREMA DESTRA DI SALVINI
“Soffro a vedere la Lega ridotta così”. Avrà pure 82 anni, avrà pure il fisico fiaccato da un ictus che gli ha stroncato la carriera politica, ma il “j’accuse” nei confronti di Salvini dimostra che Umberto Bossi, figura storica e fondatore della Lega, è ancora lucido e non condivide affatto la strategia politica del vicepremier che ha impresso al Carroccio una pericolosa deriva alla estrema destra del partito di Giorgia Meloni, contrariamente alla visione originaria del Movimento.
“Tra la copia e l’originale”, si chiede l’anziano leader, “chi vuoi che la gente voti”? Ma il Senatur va oltre e rimprovera al “Capitone” lombardo l’innesto nel partito di figure che “non hanno nulla a che fare con la nostra storia”, sbagliando a “scegliersi i compagni di viaggio”.
Il riferimento, neppure troppo velato, sembra essere ai Verdini, padre e figlio, ma soprattutto a “quel generale lì…Vannacci” e al progetto per il Ponte sullo Stretto.
Effettivamente – azzoppato dal Papeete in poi – Salvini non si è più ripreso e di errori ne ha commessi. E forse anche prima: dal Conte 1 con i Cinque Stelle ai rapporti con la Russia. Come dimenticare quel post imbarazzante del 2015, poi rimosso, quando indossando una maglietta con la faccia di “Mad Vlad” proponeva di cedere “due Mattarella per mezzo Putin”?
Del resto, il legame mai negato della Lega di Salvini tra via Bellerio e il Cremlino è testimoniato anche dall’iniziale silenzio che in questi giorni ha accompagnato la notizia della morte “sospetta” di Alexei Navalny salvo, da ultimi, accodarsi all’iniziativa di tutti gli altri partiti di un corteo in ricordo del dissidente russo anti Putin.
Per lo storico fondatore della Lega il Partito deve “ritornare alle origini” recuperando la sua originaria identità con la rappresentanza degli imprenditori del Nord.
Ad avviso dell’anziano, ma ancora lucido leader, Salvini ha sbagliato tutto non percependo che dopo la scomparsa di Berlusconi c’era nel panorama politico “uno spazio vuoto”, lasciato da Forza Italia, che “avrebbe dovuto riempire lui”. Altro che “guerreggiare” con la Premier!
Bossi, per ora, esclude scissioni ma lavora ad un “affiancamento propositivo” all’azione politica di Matteo Salvini che in questi anni, per velleità personali, ha snaturato il Bossi-pensiero. Di qui la possibilità di una lista autonoma, collaterale, alle elezioni europee, che includa storici esponenti del Carroccio non Salviniani e che freni la prevista emorragia di consensi. Poi si vedrà.

PdA

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