SALIS: GRAVE IL SILENZIO DEL GOVERNO PER 11 MESI
A pochi mesi dalle elezioni europee la vicenda di Ilaria Salis ci dimostra il forte legame, ancora esistente, della Premier ieri con Vox, oggi con Orban, domani – chissà – con la Polonia.
Infatti, fino a quando le immagini della maestrina in catene non sono uscite dai confini dell’Ungheria ed hanno fatto il giro del mondo Giorgia Meloni – che non poteva non sapere – è stata zitta ignorando la situazione carceraria e processuale di una connazionale, in violazione alle nostre leggi. Altro che “prima gli Italiani”! L’ “amico” Viktor Orban non andava disturbato.
Eppure la situazione era ben nota al governo. Ma solo in questi ultimi giorni la Premier è stata costretta – come ama dire – a “metterci la faccia”. E se la situazione, com’è auspicabile, avrà sbocchi positivi ecco i “cantori” della Ducetta pronti ad attribuirle il merito.
Merito di ché? Di non aver seriamente allertato la nostra ambasciata a Budapest? Di aver abbandonato la Salis per quasi un anno nelle prigioni ungheresi senza alcuna assistenza? Con le cimici nel letto? Senza ricambi di biancheria intima e vestiti sporchi tenuti per 35 giorni? Senza carta igienica e senza assorbenti? Senza alcun rispetto umano?
Di tutta la vicenda è forse questo silenzio la cosa più grave. Più grave anche di aver visto la maestrina trascinata al guinzaglio in tribunale come un cane, mani e le caviglie bloccate da ceppi di cuoio con lucchetti, a prescindere da eventuali reati realmente commessi.
A nulla erano servite le denunce dei familiari: Solo ora, con il clamore di immagini che non possono essere contestate, tutti si sono mossi: il Presidente del Consiglio con Orban, Ignazio Benito La Russa ha incontrato il padre, si sono attivati i ministri Tajani e Nordio, e si registrano commenti di esponenti della maggioranza finalmente indignati, se si esclude il… solito Salvini
Una vicenda orribile e indegna di un paese civile, che però ha un merito: aver dimostrato che televisioni e giornali, senza “bavagli”, servono ad informare ed a ricordarci che in Europa, ai nostri confini, esistono ancora Paesi, “democratici” solo a parole, con i quali la Destra di Giorgia Meloni non ha alcuna intenzione di rescindere legami ideologici.
PdA