Spifferi di palazzo 34

E SE GIORGIA MELONI RILEVASSE “SMEMORANDA”?

Brava è brava, Giorgia Meloni. Ma la memoria non è certo il suo forte! Spesso dimentica che cosa faceva e diceva quando gli italiani non si erano ancora accorti di quale “gioiellino” la Politica “covasse” tra i suoi pulcini. E relegava Fratelli d’Italia, nato da una costola di AN a sua volta erede del MSI di Giorgio Almirante, tra l’uno e il quattro per cento.

          Poi, la “svolta” e – complice anche un PD e una Sinistra da anni allo sbando e un crescente disimpegno della gente – il partitino “neofascista” di Giorgia Meloni e Ignazio Benito La Russa prende il volo.

          Pochi anni di dura e coerente opposizione, senza guardare in faccia nessuno, e la Destra si sveglia e nel 2022 vince le elezioni, sia pure con un crollo dell’affluenza (poco meno del 64%), la più bassa nella storia repubblicana.

          Solo che ormai a 16 mesi, da quando gli elettori l’hanno mandata a prendere possesso delle stanze di Palazzo Chigi, assistiamo ad un ricorrente fenomeno di preoccupanti amnesie.

          Restiamo agli ultimi due fatti più eclatanti. Dieci anni fa, nel 2014, la Meloni presentò in Parlamento una riforma costituzionale per l’abolizione delle Regioni. Attenzione: abolizione. Una iniziativa più che lodevole visto il fallimento dell’istituto regionale e i suoi altissimi costi: 20 presidenti, 20 giunte, 20 parlamentini. Il tutto con “codazzi” di segreterie, collaboratori, uffici stampa, sedi, parco macchine, autisti, e così via.

          Di tutto questo, arrivata al governo, la Presidente del Consiglio si  è dimenticata  e con Salvini e Tajani ha stretto uno scambio perverso: a Lei il premierato, alla Lega l’autonomia delle regioni e quindi lo “spacchettamento” dell’Italia, a Forza Italia la “guerra” ai magistrati e al codice penale.

          Anche sulla vendita di quote di Poste, la cassaforte del risparmio degli italiani, ennesimo dietro front. E siamo al recentissimo secondo esempio. Nel 2018 la segretaria di Fratelli d’Italia giudicava una “follia” l’idea di Paolo Gentiloni e del ministro Pier Carlo Padoan di cedere una parte della Partecipazione in Poste. Oggi, a corto di soldi e per fare cassa, ha cambiato idea e punta all’ obiettivo di cedere 20 miliardi di asset in tre anni.

          Sono solo due dei più recenti esempi di Real politik o di amnesie di quello che diceva appena qualche anno fa. Ed altri se ne potrebbero fare.

          Ecco perché sarebbe utile che la Presidente del Consiglio  sostituisse la sua “agenda blu” con Smemoranda nata nel 1979 quando Giorgia aveva 2 anni ed ora fallita. Un vero e proprio “scrigno” che ha segnato la vita di tanti studenti e, forse, anche la sua.

 L’asta del 20 gennaio scorso a Milano per rilevarne i diritti è andata deserta ed è probabile che ce ne sia una seconda. Vi partecipi.

          Intanto, un suggerimento alla Premier: verifichi se ha ancora qualche annata dei tanti anni in cui era all’opposizione, la legga e “armonizzi” quello che diceva ieri con l’oggi. Potrebbe aiutarla a ricordare e ad evitarle brutte figure!

PdA

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